Dal dibattito flop contro Trump al ritiro: il mese da incubo di Biden

La svolta, in negativo per Biden, è coincisa con il deludente dibattito con Trump. Da quel momento in poi il presidente Usa non è più riuscito a riprendersi, commettendo continue gaffe ed errori

Dal dibattito flop contro Trump al ritiro: il mese da incubo di Biden
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La debacle di Joe Biden è ufficialmente iniziata lo scorso 27 giugno, giorno del suo primo e ultimo duello televisivo con Donald Trump. Negli studi della Cnn il presidente in carica avrebbe dovuto dimostrare agli Stati Uniti di essere ancora abile e arruolabile per un secondo mandato nonostante le numerose gaffe accumulate nel corso dei mesi precedenti e le voci su un' età troppo avanzata.

Sarebbe andata esattamente all'opposto: per 90 minuti, il più delle volte Biden è stato messo alle corde da Trump. Alcune delle risposte date dall'inquilino della Casa Bianca, spesso accompagnate da una voce roca e parole incespicate, erano letteralmente prive di senso. I funzionari Dem sono finiti nel panico. Da quel momento in poi niente e nessuno è più riuscito ad arginare il declino di Biden. Terminato pochi istanti fa, con la decisione ufficiale dell'81enne di farsi da parte per lasciare spazio a Kamala Harris.

La triste parabola di Biden

"È stato il più grande onore della mia vita servire come vostro Presidente. E sebbene fosse mia intenzione ottenere la rielezione, credo che sia nel miglior interesse del mio partito e del Paese che io mi ritiri e mi concentri esclusivamente sull'adempimento dei miei doveri di Presidente per il resto del mio mandato", ha scritto Biden su X annunciando il ritiro. Ma questa è soltanto la fine di una lenta discesa verso il punto di non ritorno iniziata molti giorni prima, anzi settimane, o addirittura mesi.

La svolta, in negativo per Biden, è coincisa con il deludente dibattito con Trump. "Non so davvero cosa abbia detto alla fine di quella frase, e non credo nemmeno che lo sapesse", ha ironizzato Trump dopo l'ennesima risposta incerta dell'attuale presidente. Ecco: questa frase potrebbe aver riassunto l'intera notte americana che ha amplificato a dismisura le voci (e le polemiche) sulla salute del presidente e innescato crescenti pressioni da parte dei dirigenti del Partito Democratico desiderosi che il loro candidato facesse un passo indietro.

Nei giorni successivi Biden ha inannelato ulteriori gaffe. In occasione del vertice Nato di Washington, ad esempio, ha chiamato Volodymyr Zelensky "Putin" e poi, in conferenza stampa, ha detto "il vice presidente Trump" invece di Harris. "Soffriremo in modo enorme a causa della sua presidenza, ma rimedieremo molto velocemente al danno che ha fatto", ha intanto scritto sul social Truth Trump, commentando il ritiro della candidatura da parte del suo rivale.

Gaffe e scivoloni

Non è finita qui, perché Biden ha continuato a collezionare brutte figure. Durante un'intervista alla Black Entertainment Television (Bet) si è dimenticando il nome del Segretario alla Difesa, Lloyd Austin, riferendosi a lui come un "black man", un uomo di colore.

Come ormai previsto da tutte le maggiori testate e dai principali opinionisti Usa, alla fine Biden ha abbandonato la corsa per la rielezione alla Casa Bianca, cedendo alle pressioni sempre più forti di quelli che riteneva i suoi più stretti alleati (tra tutti Nancy Pelosi e il citato Barack Obama) che ormai da giorni gli chiedevano di abbandonasse la campagna elettorale.

Dopo che i sondaggi continuavano a essere devastanti, gli appelli dei deputati del Congresso e anche di alcuni senatori sono aumentati di peso ma la goccia che ha fatto venir meno le resistenze di Biden probabilmente sono state il blocco delle donazioni di chi non era più disposto a pagare per una campagna elettorale sempre più perdente.

Il ritiro caotico

Persino il ritiro è stato a suo modo caotico. Il New Yok Times ha scritto che i membri senior dello staff di Joe Biden sono stati avvertiti della decisione del presidente alle 13.45 (ora di Washington), appena un minuto prima dell'annuncio su X dell'abbandono della campagna.

Fonti del comitato Biden hanno raccontato a Politico come dal cerchio ristretto del presidente non sia filtrato niente. Un dem avrebbe detto che gran parte dello staff ha scoperto tutto da Twitter e che fino all'ultimo minuto a tutti era stato detto di concentrarsi sulla campagna elettorale.

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