La telefonata di Sala dal carcere: "Dormo per terra, mi hanno tolto gli occhiali". L'appello: "Fate presto"

La giornalista italiana ha parlato con i suoi genitori, preoccupati per le difficili condizioni in cella. Non ha ancora ricevuto il pacco con articoli per l'igiene, un panettone e una mascherina per coprire gli occhi

La telefonata di Sala dal carcere: "Dormo per terra, mi hanno tolto gli occhiali". L'appello: "Fate presto"
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Passano i giorni, aumentano le preoccupazioni. I timori sulle condizioni di Cecilia Sala si fanno sempre più pesanti, anche perché nelle ultime ore sono arrivate notizie tutt'altro che rassicuranti dalla prigione iraniana di Evin. La giornalista italiana è sottoposta a un regime di carcere duro, e la situazione in cui è costretta a vivere non fa altro che alimentare l'ansia non solo dei suoi cari ma anche di chi sta lavorando per provare a liberarla. Ma i colloqui per toglierla dall'inferno dell'Iran, si sa, richiedono sangue freddo. E si spera in una svolta positiva nelle prossime ore.

Le condizioni di Sala nel carcere di Evin

A snocciolare dettagli sulla detenzione di Sala è Il Post, che ha fornito una serie di dettagli riferiti da persone vicine ai genitori dell'inviata. Proprio mamma e papà hanno ricevuto una telefonata dalla figlia Cecilia nella mattinata dell'1 gennaio, e il sentimento che domina è quello di angoscia. La giornalista ha ribadito che "bisogna fare in fretta" per trovare una soluzione affinché sia messa in libertà e possa tornare in Italia.

Sempre il giornale online ha aggiunto ulteriori particolari sulle condizioni con cui Sala deve fare i conti: in cella c'è solamente un faro sempre acceso. Di una brandina non c'è neanche l'ombra, motivo per cui è obbligata a dormire sul pavimento con 2 coperte (una per coprirsi e una da mettere sotto, quantomeno per ammorbidire leggermente la base).

E, come se non bastasse, al momento non ha ricevuto il pacco consegnato sabato dall'ambasciata alle autorità del carcere iraniano. Si tratta di materiale importante, visto che all'interno contiene articoli per l'igiene, 4 libri, delle sigarette, un panettone e una mascherina per coprire gli occhi. Le regole per l'ingresso degli oggetti in cella sono assai severe, tanto che non sono permessi gli occhiali.

Il timore dei genitori e il lavoro del governo

Sala è stata arrestata esattamente 2 settimane fa; da quel momento ha potuto incontrare - per 30 minuti - solo l'ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei. In questi giorni i genitori hanno gestito (e continuano a farlo) il tutto con il massimo riserbo. Come riferito da La Repubblica, chi ha potuto parlare con la madre e con il padre di Cecilia li ha trovati particolarmente preoccupati sia per il tono sia per i contenuti della conversazione: la loro figlia è provata, le circostanze sono difficilissime.

Il rilascio di Sala resta la priorità.

Il governo continua a seguire con grande attenzione la vicenda, a partire dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dai ministri Antonio Tajani (Esteri) e Carlo Nordio (Giustizia), oltre che dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. L'Italia ha chiesto a Teheran "garanzie totali sulle condizioni di detenzione" e la liberazione immediata della giornalista. La speranza è che l'invito venga accolto e che si possa presto arrivare alla soluzione del caso.

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