I punti chiave
Due episodi controversi hanno messo sotto pressione gli Stati Uniti e acceso i riflettori su alcune delle loro ipotetiche vulnerabilità difensive. Il pallone-spia cinese entrato nel nord del Paese segue la vicenda dei cinque droni inviati dalla Corea del Nord al di sotto del 38esimo parallelo, lo scorso dicembre, per una possibile raccolta di informazioni in Corea del Sud. In entrambi i casi, Washington e Seoul - uno dei più stretti alleati militari Usa in Asia - non sono riusciti a prevenire l'azione degli ospiti inattesi.
Rischi e minacce
Il presunto pallone-spia cinese avvistato nei cieli statunitensi e abbattuto nelle ultime ore sull'Oceano Atlantico da un un AIM-9X, un missile aria-aria a corto raggio, non era armato. Per la Cina si trattava di un dirigibile ad uso civile finito accidentalmente nel territorio statunitense, in una versione che contraddice le certezze del Pentagono. In ogni caso, i resti del detrito saranno portati in un laboratorio dell'Fbi a Quantico, in Virginia, per essere analizzati dagli esperti delle agenzie di intelligence americane.
Certo è che il pallone aerostatico ha rappresentato una seria minaccia per gli Stati Uniti. L'ex capo militare dell'esercito Usa, John Ferrari, ha messo sul tavolo alcune ipotesi: Pechino potrebbe averlo utilizzato per testare la capacità statunitense di rilevare minacce in arrivo ma anche per raccogliere informazioni sensibili. E ancora: per trovare eventuali falle nel sistema di allarme della difesa aerea di Washington o percepire le emissioni elettromagnetiche che i satelliti ad alta quota non sono in grado di rilevare, come le frequenze radio a bassa potenza che potrebbero aiutare il governo cinese a capire come comunicano i diversi sistemi di armi statunitensi.
Ma per Ferrari i cinesi potrebbero anche aver inviato il pallone per mostrare agli Stati Uniti che sono in grado di farlo e che, forse, "la prossima volta potrebbe inviare un'arma". Certo è che Joe Biden dovrà organizzarsi, in fretta e al meglio, per sviluppare adeguate difese capaci di intercettare o prevenire eventuali prossime minacce.
Il precedente: i droni di Kim
Il pallone – indipendentemente dal fatto che fosse un pallone-spia o un dirigibile per rilevazioni meteorologiche - ha esposto il territorio degli Stati Uniti ad un enorme rischio, dando l'impressione che le difese di Washington siano vulnerabili. È vero che fin dalle prime rilevazioni il Pentagono ha subito affermato di avere tutto sotto controllo e chiamato alla calma, ma anche il solo danno d'immagine è un punto in più a favore della Cina, soprattutto nel clima da Guerra Fredda venutosi a creare tra le due grandi potenze globali.
Come se non bastasse, c'è un precedente che contribuisce ad offuscare l'immagine militare di efficienza da sempre incarnata dalle forze armate Usa. Il 26 dicembre cinque droni nordcoreani hanno superato come se niente fosse la Zona Demilitarizzata.
Uno dei velivoli si sarebbe spinto a meno di 3,7 chilometri dall’ufficio di presidenza sudcoreano – tale è il raggio dell’area di interdizione – a conferma di una gravissima violazione di sicurezza e di un ulteriore smacco per le forze armate sudcoreane (che agiscono, di fatto, in tandem con quelle statuntiensi).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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