Droni, immagini satellitari, combustibile per missili: gli affari della Cina in Medio Oriente

Ci sono diversi indizi che sottolineano come la Cina sia perfettamente inserita nelle dinamiche del Medio Oriente, una regione carica di tensioni e dilaniata da numerose crisi

Droni, immagini satellitari, combustibile per missili: gli affari della Cina in Medio Oriente
00:00 00:00

Nelle ultime ore in Iran si è verificata una forte esplosione nel porto di Bandar Abbass. La Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ha ordinato un'indagine approfondita sulle cause dell'incidente, mentre continua intanto a salire il bilancio delle vittime: oltre 40, alle quali si aggiungono più di mille feriti. "I funzionari della sicurezza e della magistratura sono obbligati a indagare a fondo, a scoprire eventuali negligenze o intenzioalità e a seguire le indagini in conformità con i regolamenti", ha detto Khamenei in un messaggio trasmesso dalla televisione di Stato. Ebbene, l'Islamic Republic News Agency ha fatto sapere che la deflagrazione è stata probabilmente innescata da contenitori di sostanze chimiche. L'agenzia non ha specificato di quali sostanze chimiche si trattasse. Pare, infatti, che a gennaio la Cina abbia spedito perclorato di sodio, un componente comune del carburante per missili, all'Iran dopo che le scorte di Teheran erano diminuite in seguito agli attacchi contro Israele...

Materiale cinese in Iran

Questo indizio, rilanciato dal The Telegraph, sottolinea come la Cina sia perfettamente inserita nelle dinamiche del Medio Oriente, una regione carica di tensioni e dilaniata da almeno tre grandi crisi: la guerra tra Israele e Hamas; il braccio di ferro indiretto tra Teheran e Tel Aviv; i blitz degli Houthi nello Stretto di Hormutz contro le navi mercantili. Per quanto riguarda l'esplosione avvenuta nel porto di Bandar Abbass, c'è chi dice che la causa sia da ricercare nella deflagrazione del materiale cinese stoccato nello scalo marittimo. A febbraio una nave chiamata Golbon sarebbe arrivata in Iran dalla Cina trasportando 1.000 tonnellate di perclorato di ammonio.

La Cnn ha spiegato che l'imbarcazione era gestita dalla Iranian Islamic Republic of Shipping Lines e che la sostanza chimica era stata acquistata dalla Sufficiency Jihad Organisation di Teheran, una branca della Forza aerospaziale del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche. Non solo: il Maritime Executive, una delle principali riviste specializzate in trasporti marittimi, ha ulteriormente confermato l'arrivo in Iran della MV Jairan, un'altra nave carica di ingredienti per carburante missilistico provenienti dalla Cina. Il carico combinato della MV Jairan e della Golbon sarebbe stato sufficiente ad alimentare circa 250 missili a medio raggio Khybar-Shikan e Fattah, o missili a corto raggio Fateh-110 e Zolfaghar, o i loro equivalenti Houthi, ha aggiunto la stessa rivista.

Droni e immagini satellitari

Dal canto suo l'Iran ha negato che al momento dell'esplosione nel porto di Bandar Abbas fossero presenti ingredienti per il carburante dei missili. L'amministrazione doganale iraniana ha invece attribuito la responsabilità dell'esplosione di oggi a una "scorta di merci pericolose e materiali chimici immagazzinati nella zona portuale" senza però fornire ulteriori dettagli.

A proposito degli Houthi, invece, nei mesi scorsi i ribelli yemeniti hanno iniziato a costruire droni più furtivi e letali utilizzando celle a combustibile a idrogeno di fabbricazione cinese. Che cosa significa tutto questo? Che grazie al supporto di alcune aziende del Dragone gli Houthi potranno probabilmente contare molto presto su droni potenziati. I sistemi a idrogeno, infatti, possono immagazzinare tre volte più energia rispetto alle batterie al litio di pari peso, consentendo al velivolo di trasportare più peso e su distanze maggiori. Le celle a combustibile producono anche poche vibrazioni, ovvero i "segnali" che possono azionare le telecamere di sorveglianza e altri sensori di eventuali droni di sorveglianza nemici.

E non è finita qui, perché a completare il quadro troviamo gli Stati Uniti che hanno accusato una società satellitare cinese legata all'esercito del Paese, la Chang Guang Satellite Technology, di fornire agli Houthi immagini satellitari per colpire navi da guerra statunitensi e imbarcazioni internazionali nel Mar Rosso.

"Gli Stati Uniti hanno più volte espresso privatamente al governo cinese le loro preoccupazioni in merito al ruolo della Chang Guang Satellite Technology Co Ltd nel sostenere gli Houthi, al fine di indurre Pechino a intervenire", ha affermato un alto funzionario del Dipartimento di Stato, secondo quanto riferito dal Financial Times, ma la Cina avrebbe "ignorato" le preoccupazioni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica