Covid, adesso Fauci ammette: "Ho commesso degli errori"

Il celebre immunologo, già a capo della task force sul Covid-19, ammette che qualcosa nella gestione della pandemia è andato storto. Ma sull'origine del virus continua ad essere vago

Covid, adesso Fauci ammette: "Ho commesso degli errori"

"Sul Covid ho sbagliato anch'io". Parola di Anthony Fauci, il celebre immunologo statunitense per quasi quarant'anni direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, l'ente del Dipartimento della Salute statunitense specializzato nello studio delle malattie infettive e immunitarie. Fauci è stato, durante la fase più acuta della pandemia da Covid-19, forse l'esperto più quotato a livello internazionale, in qualità prima di membro della task force sul coronavirus con l'ex presidente Donald Trump e poi, con Joe Biden, come consigliere medico capo, carica che ha mantenuto fino alla fine dello scorso anno. Il padrino di tutte le "virostar", la cui opinione difficilmente poteva essere messa in discussione poiché incarnava la "scienza".

L'ammissione (tardiva) dell'immunologo

Oggi l'82enne ammette che, nella gestione dell'emergenza pandemica, qualcosa è andato storto. In un'ampia intervista rilasciata al New York Times, il famoso immunologo ammette: "Qualcosa è chiaramente andato storto. E non so esattamente cosa. Ma il motivo per cui sappiamo che è andato storto è che siamo il Paese più ricco del mondo e, su base pro capite, abbiamo fatto peggio di praticamente tutti gli altri Paesi. E non c'è motivo per cui un paese ricco come il nostro debba avere 1,1 milioni di morti. Inaccettabile". Sicuramente, osserva ancora Fauci nel lungo botta e risposta con il giornalista David Wallace-Wells, "penso che le cose avrebbero potuto essere fatte diversamente e meglio". Perché, secondo lo scienizato, chiunque creda che quello che hanno fatto gli Stati Uniti e la task force sul coronavirus sia stato "perfetto" non sta osservando la "realtà". Sui vaccini anti-Covid, Anthony Fauci spiega che era impossibile capire quando sarebbe stata raggiunta la fantomatica immunità di gregge di cui tanto si parlava duante la pandemia. "I vaccini hanno protetto bene contro le infezioni e le malattie con Alpha, Beta e Delta" osserva. Poi è arrivata Omicron, che ha cambiato le carte in tavola, riuscendo a "bucare" i vaccini. "Quindi, con un virus che cambia e una durata dell'immunità che non dura, qual è l'immunità di gregge per quel virus?" sottolinea.

L'origine del Covid-19

Quanto all'origine del virus, Fauci ribadisce, a suo dire, l'origine "naturale" del Covid, dopo aver espresso, nel recente passato, dubbi sulla versione ufficiale da lui stesso sposata, aprendo all'ipotesi del laboratorio. Prima di tutto, afferma, tutti i gruppi di intelligence concordano sul fatto che "non si trattava di un virus ingegnerizzato. E se non è un virus ingegnerizzato, cosa è effettivamente uscito dal laboratorio?". L'immunologo tocca poi un tasto "dolente", cercando di chiarire il ruolo di EcoHealth Alliance. Com'è emerso nei mesi scorsi, gli Stati Uniti hanno commissionato lo studio di nuovi coronavirus all’organizzazione che, secondo Npr, stava eseguendo la maggior parte della raccolta di campioni di coronavirus dai pipistrelli, per poi trasferirli all’Istituto di Wuhan. Il denaro della sovvenzione originale fornito a EcoHealth era di 3,7 milioni di dollari, di cui 76mila dollari per l’Istituto di Wuhan. Questo finanziamento è stato approvato con il sostegno dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive, l’agenzia guidata proprio da Fauci, secondo quanto riportato da Newsweek.

Cosa non torna nelle sue parole

L’inchiesta di The Intercept pubblicata nel settembre 2021 evidenziava finanziamenti che hanno destato non pochi dubbi: secondo Gary Ruskin, direttore esecutivo di US Right To Know, un gruppo che indaga sulle origini del coronavirus, si tratta di "ricerche ad alto rischio che avrebbero potuto portare all’attuale pandemia". Fauci, su questo punto, spiega che la sovvenzzione di 120 dollari data, tramite EcolHealth Alliance all'Istituto di Wuhan, serviva per "fare sorveglianza". Secondo l'immunologo, quei virus che si studiavano presso l'istituto, "non potrebbero mai trasformarsi in SARS-CoV-2", perché erano "lontani" da SARS-CoV-2 che "chiunque ne sappia qualcosa la virologia" ne è conoscenza. Sarà, ma qualche problema di "trasparenza" sull'attività di EcoHealth, a dispetto di ciò che dice l'esperto, continua ad esserci.

Nei gioni scorsi, infatti, Judicial Watch, un gruppo conservatore, ha ottenuto 552 pagine dal National Institutes of Health attraverso il Freedom of Information Act sulle sovvenzioni all'EcoHealth Alliance: nei documenti ci sono anche informazioni sull'attività dell'ente presso il Wuhan Institute of Virology. Tra i documenti, forse il più clamoroso riguarda una domanda di sovvenzione datata 5 giugno 2013 che svela un piano per utilizzare il coronavirus derivato dal pipistrello per creare un nuovo virus "mutante".

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