![La "flotta ombra": ecco come Putin aggira le sanzioni internazionali sul petrolio](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/07/1738899628-2e9b0cd0-addb-4f6d-8287-c8f7120e17eb.jpeg?_=1738899628)
In un quadro di relazioni Internazionali caratterizzato da tensioni crescenti e sanzioni, la questione del commercio marittimo assume un'importanza cruciale. Le recenti dinamiche legate alla vendita di petroliere “obsolete” a quella che è stata definita la "flotta ombra" russa evidenziano come le pratiche commerciali possano influenzare direttamente gli equilibri di potere e le capacità economiche di un paese. L'indagine condotta da un team internazionale e riportata dal The Guardian svela un panorama allarmante, in cui armatori di diverse nazioni hanno contribuito, consapevolmente o meno, a sostenere l'economia russa eludendo le sanzioni imposte dall'Occidente. Questo fenomeno non solo mette in discussione l'efficacia delle misure restrittive, ma solleva anche interrogativi sulla sicurezza marittima e sull'integrità ambientale, rendendo necessario un esame approfondito delle interazioni tra economia, politica e sostenibilità.
La vendita di petroliere alla flotta ombra
Il The Guardian ha rivelato una situazione preoccupante: armatori di diverse nazioni avrebbero venduto, infatti, almeno 230 petroliere alla cosiddetta "flotta ombra" russa, un gruppo di navi utilizzato per eludere le sanzioni occidentali sulle esportazioni di petrolio russo e finanziare la guerra in Ucraina. Da quando è iniziata l'operazione speciale nel 2022, i proprietari di queste navi avrebbero guadagnato oltre 6 miliardi di dollari, cedendo le loro imbarcazioni a compratori in paesi come India, Hong Kong, Vietnam e Seychelles. Tra i venditori, risulterebbero proprietari greci, che, in teoria, avrebbero ceduto 127 petroliere, seguiti da aziende britanniche con 22 vendite e armatori tedeschi e norvegesi, con 11 e 8 navi. È significativo notare che molte di queste petroliere erano destinate alla demolizione a un valore molto inferiore, rendendo la questione ancora più complessa.
Il rischio di spionaggio, monitoraggio e danneggiamento
L'indagine ha rivelato che armatori provenienti da 21 dei 35 paesi che hanno imposto sanzioni sul commercio del petrolio con la Russia avrebbero partecipato a questo mercato. I governi occidentali sostengono che tali imbarcazioni non solo trasportano petrolio russo, ma potrebbero anche essere coinvolte in attività di spionaggio per conto di Mosca, monitorando infrastrutture sottomarine vitali e, talvolta, danneggiandole.
Collaborando con la School of Economics, di Kiev, i ricercatori hanno stimato che questa flotta ombra, composta da circa 600 navi, è responsabile del trasporto di circa il 70% delle esportazioni di petrolio russo. Dopo l'introduzione di un tetto ai prezzi del petrolio da parte del G7 e dell'Ue nel tardo 2022, i prezzi delle navi registrabili in giurisdizioni non occidentali sono esponenzialmente aumentati. Verso la fine del 2023, si recepisce, l'Unione Europea ha implementato nuove regole che obbligano le aziende a verificare che le navi vendute a paesi terzi non siano destinate a violare le sanzioni. Tuttavia, le difficoltà nel controllare la vendita di navi alla flotta ombra persistono, in parte a causa delle resistenze di alcuni Stati membri dell'Ue.
Come funziona la “flotta ombra”
Un recente rapporto di ricerca del Parlamento Europeo ha evidenziato l'importanza crescente dei termini "flotta ombra", "flotta oscura" e "flotta grigia". Tuttavia, le definizioni di questi concetti rimangono poco chiare e inconsistenti, generando confusione tra gli esperti. Gli analisti suggeriscono che una definizione più ampia, che includa tutte le navi senza assicurazione occidentale e appartenenti a società non europee o del G7, potrebbe meglio descrivere le strategie russe per eludere le sanzioni, evidenziando i rischi associati a tali operazioni.
Per aggirare le restrizioni, la flotta ombra russa impiega bandiere di comodità e strutture di proprietà e gestione complesse. Le navi adottano varie tattiche per nascondere le origini del carico, come trasferimenti da nave a nave, blackout dei sistemi di identificazione automatica, posizioni falsificate e trasmissione di dati ingannevoli. Tali pratiche non solo sosterrebbero le finanze di Mosca, ma comporterebbero anche significativi rischi ambientali e per la sicurezza marittima, poiché la shadow fleet è composta da un numero crescente di navi “obsolete”.
Con l'aumento della dipendenza da queste unità per le esportazioni di petrolio, l'Unione Europea e le nazioni alleate hanno adottato misure per contrastare queste pratiche elusive. Tra le misure ci sono sanzioni mirate su specifiche navi e un potenziamento della collaborazione internazionale. Durante un dibattito in plenaria nell'ottobre 2024, i membri del Parlamento europeo hanno richiesto un incremento della sorveglianza marittima, controlli più rigorosi nelle spedizioni e un ampliamento delle sanzioni per affrontare le minacce ambientali e di sicurezza.
Il fenomeno delle flotte ombra però non è nuovo; paesi come Iran, Corea del Nord e Venezuela, si apprende, hanno spesso utilizzato queste pratiche. Tuttavia, da quando sono state imposte sanzioni internazionali in risposta all'operazione speciale, la Russia ha intensificato l'uso della “shadow fleet”, sia in quantità che in meccanismi adottati. Dal marzo 2022, è riportato, che il governo russo avrebbe implementato strategie per aggirare le sanzioni, in particolare il tetto al prezzo del petrolio, investendo circa 10 miliardi di dollari nello sviluppo della flotta per continuare a commerciare il petrolio a prezzi di mercato, evitando navi, porti e servizi finanziari dei paesi del G7 e dell'Ue. Le azioni principali includono il trasferimento di petroliere di proprietà russa a nuove società di gestione, con circa 90 navi trasferite da Sovcomflot a compagnie con sede negli Emirati Arabi Uniti. Inoltre, la Russia avrebbe acquistato navi con più di 15 anni di età da altre flotte precedentemente assicurate, che ora formano circa 100 unità, insieme a imbarcazioni molto più vecchie. Tale approccio è strategico, poiché le navi di minor valore sono più facili da dismettere in caso di sanzioni.
La strategia principale prevede l'esclusione delle navi della flotta principale dai servizi per i paesi che applicano il tetto al prezzo del petrolio. È importante notare che poche navi coinvolte nel trasporto del carico russo operano esclusivamente per Mosca o per giurisdizioni soggette a sanzioni. Le navi lavorerebbero spesso a tempo parziale per clienti russi, servendone anche altri e trasportando carichi non soggetti a sanzioni, complicando così gli sforzi di monitoraggio e enforcement.
Il focus dei servizi ucraini sulla “shadow fleet”
Sulla questione i servizi segreti ucraini hanno rivelato informazioni significative riguardo a “238 petroliere”. Queste ultime, secondo l’intelligence, genererebbero enormi entrate per Mosca, minacciando al contempo la sicurezza ambientale globale. Tali imbarcazioni opererebbero sotto bandiere di giurisdizioni "amiche", rendendo difficile rintracciare la loro proprietà e le loro attività.
Le esportazioni di combustibili fossili si sono rivelate fondamentali sopra per il finanziamento delle operazioni militari dei regimi autoritari e delle loro attività più aggressive. Nel 2023, riferiscono i servizi, la Russia avrebbe guadagnato circa 188 miliardi di dollari dalle esportazioni di greggio, mentre l'Iran ha realizzato quasi 53 miliardi. Tali proventi verrebbero utilizzati per sostenere programmi nucleari, sviluppare droni e missili moderni e finanziare attività terroristiche tramite reti di crimine transnazionale. La shadow fleet, spiega l’intelligence di Kiev, impiega tattiche ingannevoli per nascondere l'origine del carico, creando un rischio significativo per l'ambiente e causando perdite miliardarie ai paesi costieri a causa di potenziali disastri in rotte marittime congestionate. Da febbraio 2022, sono stati registrati più di 50 incidenti legati a queste imbarcazioni su scala globale.
Dopo l'operazione speciale in Ucraina, Mosca ha perso i suoi tradizionali clienti europei per l'export di petrolio e ha affrontato severe restrizioni da parte dell'Occidente. Questo include il blocco della compagnia statale Sovcomflot, che gestisce gli interessi petroliferi delle principali aziende russe. Tuttavia, la Russia sembrerebbe essere riuscita a trovare nuovi acquirenti in Asia, in particolare in India e Cina, ed avrebbe iniziato a rafforzare la sua flotta di petroliere obsolete, senza legami con i paesi del G7+. Questo le consentirebbe di trasportare petrolio anche in violazione dei limiti di prezzo imposti. Negli ultimi due anni, Mosca avrebbe investito circa 10 miliardi di dollari per costruire questa flotta ombra, avvalendosi anche dei servizi di quella che viene definita "armata fantasma iraniana". Tali manovre non solo rafforzerebbero la capacità militare della Russia, ma pongono anche gravi minacce alla sicurezza ambientale globale, rendendo sempre più complessa la situazione geopolitica attuale.
In definitiva, questa problematica solleva interrogativi importanti sul ruolo delle flotte commerciali nel contesto delle sanzioni internazionali e sull'impatto che le dinamiche geopolitiche hanno sulle decisioni economiche degli armatori. La questione sembra essere non solo di ordine economico, ma coinvolge anche aspetti di sicurezza e sostenibilità ambientale. Infatti, il rischio di incidenti marittimi o di fuoriuscite di petrolio a causa delle condizioni precarie di queste navi rappresenta una minaccia seria per gli ecosistemi marini e per le comunità costiere.
Inoltre, la crescente dipendenza della Russia da questa flotta ombra per le sue esportazioni di petrolio evidenzia la complessità della situazione. Le sanzioni, pur essendo uno strumento importante per cercare di colpire l'economia di nazioni ostili, sembrano avere un'efficacia limitata se non accompagnate da misure di controllo più rigide sul commercio marittimo. La necessità di una cooperazione internazionale più stretta per monitorare e controllare le vendite di navi e il trasporto di petrolio è quindi evidente.
Infine, le autorità europee e statunitensi dovranno affrontare la sfida di trovare un equilibrio tra il sostegno all'Ucraina e la protezione dei propri interessi economici.
La questione è complessa e richiederebbe un approccio multilaterale, che consideri non solo le sanzioni, ma anche strategie alternative per ridurre la capacità di alcune nazioni di finanziare la guerra attraverso il commercio di petrolio. Solo attraverso un'azione coordinata e mirata sarà possibile affrontare efficacemente la questione della flotta ombra e le sue implicazioni più ampie sulla geopolitica e sull'economia globale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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