Il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha innescato un terremoto politico senza precedenti. Non solo perché il leader repubblicano ha dimostrato di aver voler mantenere le promesse fatte in campagna elettorale - dal trasferimento dei migranti illegali al di fuori del Paese all'eventualità (molto concreta) di imporre dazi sui prodotti importati dall'Europa - ma anche a causa della nuova gestione di dossier delicatissimi, come quello relativo alla pandemia di Covid-19. Già, perché con l'inizio della sua seconda presidenza Trump ha ordinato alla CIA di declassificare e pubblicare alcuni documenti scottanti fino a questo momento rimasti riservati, secondo i quali il virus responsabile dell'emergenza sanitaria avrebbe molto probabilmente avuto origine in laboratorio. Nello specifico, il report appena reso noto dalla Central Intelligence Agency era stato redatto sotto l'amministrazione di Joe Biden e dell'ex direttore dell'agenzia William Burns. Non ci sono quindi informazioni sul tavolo, ma il contenuto del paper è comunque rilevante visto che si punta il dito contro la Cina. E che, pur riconoscendo di avere "scarsa fiducia" nelle proprie conclusioni, l'agenzia di spionaggio Usa ritiene che la totalità delle prove renda più probabile un'origine di laboratorio rispetto a un'origine naturale del virus.
Il documento della CIA sulle origini del Covid
La CIA ha dunque cambiato posizione ufficiale sull'origine del Covid-19 e, come detto, ritiene che sia "più probabile" che il virus sia derivato da una fuga da un laboratorio cinese piuttosto che nato in seguito ad una trasmissione dagli animali. La nuova valutazione è arrivata, tra l'altro, dopo la conferma di John Ratcliffe a direttore dell'agenzia. Ratcliffe, che aveva ricoperto il ruolo di direttore dell'intelligence nazionale dal 2020 al 2021, durante il primo mandato di Trump, aveva recentemente assicurato in un'intervista che una delle priorità fosse quella di effettuare una nuova valutazione sulle origini del Covid. Per Ratcliffe, che ne ha parlato con il sito Breitbart, il virus potrebbe essere riconducibile al Wuhan Institute of Virology. Per un portavoce della CIA, comunque, "sia gli scenari di origine correlata alla ricerca sia quelli di origine naturale della pandemia restano plausibili".
Ricordiamo che la CIA aveva precedentemente sostenuto di non avere informazioni sufficienti per valutare se il virus fosse passato da un animale a un essere umano o se, invece, fosse nato da un incidente di laboratorio. L'agenzia ha affermato nella sua dichiarazione di sabato che "sia gli scenari di origine naturale che quelli legati alla ricerca della pandemia di Covid-19 rimangono plausibili". Le origini del virus dividono ancora la comunità di intelligence statunitense, in gran parte perché il governo cinese non ha collaborato con le indagini internazionali. Quattro agenzie di intelligence Usa hanno privilegiato, "con scarsa fiducia", la teoria della trasmissione animale. Così come il National Intelligence Council, un organismo di alti ufficiali dell'intelligence che fa capo all'Office of the Director of National Intelligence.
Che cosa succede adesso
Anche in assenza di informazioni concrete, ha scritto il New York Times, l'ipotesi della fuga di notizie in laboratorio avrebbe guadagnato terreno all'interno delle agenzie di spionaggio. Allo stesso tempo alcuni analisti mettono in dubbio "la saggezza di cambiare posizione in assenza di nuove informazioni", soprattutto per via delle possibili conseguenze geopolitiche generate dall'intera vicenda. "Il vero problema è che l'unica valutazione che l'agenzia ha potuto fare, ovvero che un virus che ha ucciso oltre un milione di americani avrebbe avuto origine in un laboratorio controllato dal Partito Comunista Cinese - la cui ricerca includeva il lavoro per l'esercito cinese - ha enormi implicazioni geopolitiche", ha fatto presente Cliff Sims, l’ex vicedirettore dell’intelligence nazionale.
Dal canto loro, i funzionari dell'intelligence nell'amministrazione Biden difendono il processo e la metodologia usate, ritengono che nessuna informazione sia stata soppressa e insistono sul fatto che la politica non abbia avuto alcun ruolo nelle loro analisi. Questi stessi funzionari fanno inoltre notare che ci sono forti argomenti logici sia a favore della fuga di notizie dal laboratorio sia a favore delle teorie sulle cause naturali. La loro versione? Non esiste alcun elemento di intelligence decisivo per favorire una delle due opzioni.
Attenzione, infine, al profilo di Ratcliffe, già direttore dell'intelligence nazionale durante il primo mandato di Trump, per il quale la Cina rappresenterebbe la più grande minaccia a lungo termine per gli Usa.
"John Ratcliffe, il candidato alla guida della Central Intelligence Agency scelto da Trump, se confermato alla guida del più famoso servizio di spionaggio statunitense, probabilmente spingerà per operazioni di spionaggio più aggressive nei confronti di Pechino", ha scritto, non a caso, il Wall Street Journal. La riapertura del dossier Covid potrebbe dunque essere soltanto il primo passo della nuova CIA.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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