Hunter Biden dichiara "guerra" al fisco americano. Gli avvocati del figlio del presidente Usa hanno intentato una causa contro l'Irs, l'agenzia governativa deputata alla riscossione dei tributi, sostenendo che gli agenti avrebbero "preso di mira e cercato di mettere in imbarazzo" il figlio del presidente. Nella documentazione depositata dal team legale del figlio secondogenito del Comandante in capo si citano due agenti dell'agenzia, Gary Shapley e Joseph Ziegler, i due agenti dell'Irs che avrebbero gestito male alcuni aspetti dell'indagine. L'azione legale chiede alla corte di dichiarare che l'Irs ha "volontariamente, consapevolmente e/o per grave negligenza, divulgato illegalmente le informazioni fiscali riservate di Hunter Biden". Inoltre, il figlio dell'inquilino della Casa Bianca chiede 1.000 dollari di risarcimento per "ogni singola divulgazione non autorizzata delle sue dichiarazioni dei redditi". Nei giorni scorsi, Hunter Biden è stato incriminato con l'accusa di aver mentito circa la sua tossicodipendenza per acquistare un'arma, nel 2018, violando così le leggi federali in materia. Tre i capi di imputazione, due relativi all'aver fornito false dichiarazioni e la terza per possesso illegale d'arma da fuoco.
Il figlio del presidente fa causa al fisco
"Biden è il figlio del Presidente degli Stati Uniti. Ha le stesse responsabilità di qualsiasi altro cittadino americano e l'Irs può e deve assicurarsi che si attenga a tali responsabilità", si legge nella causa intentata. "Allo stesso modo, non ha meno o meno diritti di qualsiasi altro cittadino americano, e nessuna agenzia governativa o agente governativo ha la possibilità di violare i suoi diritti semplicemente per la sua identità". "Eppure", continua la denuncia, "l'Irs e i suoi agenti si sono comportati con la presunzione che i diritti che si applicano a ogni altro cittadino americano non si applicano al signor Biden".
La causa prosegue sostenendo che Shapley e Ziegler, i due whisteblower dell'Irs, hanno "preso di mira e cercato di mettere in imbarazzo" il figlio del presidente attraverso dichiarazioni fatte ai media. I due agenti, come ricorda Fox News, hanno testimoniato davanti alla Commissione di vigilanza della Camera all'inizio di quest'anno, affermando di aver affrontato diverse limitazioni quando sono stati incaricati di indagare sul figlio del presidente degli Stati Uniti. "Questa causa - hanno scritto gli avvocati di Gary Shapley - è solo un'altra frivola calunnia da parte degli avvocati della famiglia Biden che cercano di distogliere l'attenzione della gente dai problemi legali di Hunter e di intimidire qualsiasi whistleblower attuale e futuro".
Le e-mail e i messaggi che smentiscono Hunter Biden
Nelle scorse settimane sono emersi nuovi elementi sugli affari all'estero di Hunter Biden che coinvolgerebbero anche il padre, nel periodo in cui era vicepresidente.
Nelle scorse settimane, Devon Archer, ex socio in affari di Hunter, giudicato colpevole e condannato a un anno e un giorno di prigione per il suo ruolo in un piano volto a frodare una tribù di nativi americani per circa 60 milioni di dollari in obbligazioni, ha confermato che Joe Biden - all'epoca vicepresidente - partecipò a due cene con le persone in affari col figlio secondogenito nell’elegante ristorante Cafe Milano, a Washington Dc una nel 2014 con l’oligarca russa Yelena Baturina e alcuni uomini d’affari kazaki. In particolare, nel 2015, l'allora vicepresidente, in compagnia del figlio e di Archer, avrebbero incontrato al Cafe Milano l’uomo d’affari e banchiere Marc Holtzman.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.