
Da quando Donald Trump ha iniziato la sua terza corsa alla Casa Bianca, culminata nella seconda vittoria, le pagine dei giornali si sono riempite di nomi che, fino a quel momento, erano ignoti ai più, specialmente fuori dagli Stati Uniti. Sono blogger e podcaster, emanazioni del pensiero della destra americana, alcuni dei quali sono riusciti a farsi strada fino a diventare ideologi del pensiero trumpiano, condiviso dal vicepresidente JD Vance e dagli esponenti più in vista dell’amministrazione. Uno di questi è Curtis Yarvin.
Informatico-filosofo e blogger nato nel 1973, è stato intervistato di recente dalla rivista Grand Continent, secondo cui “crede in cose scioccanti, assurde, potenti e violente. Il video generato dall’Ia che ha scandalizzato il mondo intero – una Gaza trasformata in riviera del Medio Oriente – si ispira letteralmente al suo piano: Gaza Inc. Già prima dell’invasione del febbraio 2022, aveva anticipato la linea brutale dell’amministrazione Trump nei confronti dell’Ucraina. La svolta imperiale – o monarchica nel suo gergo – e la fine dello Stato di diritto per mezzo di un coup esecutivo orchestrato dal mondo tech: è ancora lui ad averla sognata”.
Come riportato dal Corriere della Sera, Yarvin aderisce a un’ideologia nota come Dark Enlightenment, ovvero “illuminismo oscuro”, solitamente associata al filosofo britannico Nick Land, autore di un saggio con quel titolo. In un articolo pubblicato sul Times, Ed Simon lo ha definito “attivamente antidemocratico. Desidera un sistema in cui i grandi uomini guidino la nave dello Stato. Si tratta di una visione esplicitamente nichilista, un'ideologia che combina l'utopismo tecnologico con una profonda misantropia” e ha spiegato che “laddove l'Illuminismo prometteva libertà, emancipazione, uguaglianza e solidarietà, l'Illuminismo oscuro offre servaggio, gerarchia, schiavitù e spietatezza”.
Parlando di Yarvin, Simon ha aggiunto che “non diversamente dai futuristi, sostiene la necessità di sostituire la democrazia con una sorta di Stato tecno-feudale, in modo che il governo sia gestito come un’azienda, con il presidente come amministratore delegato. Questo nuovo sistema è elitario e autoritario”. In effetti, nel 2008 Yarvin ha affermato che “gli uomini si adatteranno a strutture di dominio-sottomissione”, aggiungendo nel 2012 che “se gli americani vogliono cambiare il loro governo, dovranno superare la fobia per i dittatori”.
JD Vance ha parlato con ammirazione del blogger e dell’influenza che ha avuto sul suo pensiero durante un’intervista in un podcast nel luglio 2024 e Elon Musk, pur non avendo fatto riferimenti diretti a Yarvin, in parte sembra condividerne le idee. Nel 2020, aveva affermato che “il governo è semplicemente l’azienda più importante di tutte”. Il filosofo dell’illuminismo oscuro è stato anche ospite, nel gennaio 2025, alla festa di inaugurazione della presidenza Trump.
Ora, Yarvin è sicuramente un fautore di idee estreme e fedele di un mondo in cui algoritmi e intelligenza artificiale la fanno da padroni, governando l’azione di un’élite che molti sostenitori di ideologie opposte hanno definito “tecno-fasciste”. D’altro canto, però, l’allarmismo per una svolta autocratica degli Stati Uniti sembra decisamente esagerata. Non bisogna dimenticare che Donald Trump non è un monarca a vita e che il suo mandato terminerà tra quattro anni.
Ma soprattutto, è utile ricordare che già in passato a Washington vi sono stati presidenti forti a cui nessuno si opponeva (per citarne due, Roosevelt nel periodo della guerra e Lincoln). Gli Stati Uniti sono sopravvissuti a loro. Sopravvivranno anche al “ciclone fascista” Trump e ai suoi ideologi.
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