La piccola Indi Gregory è morta. Il padre: "Siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna"

La bambina inglese di 8 mesi affetta da una grave patologia mitocondriale si è spenta alle 1,45. A nulla è servita la lunga battaglia legale intrapresa dai genitori

La piccola Indi Gregory è morta. Il padre: "Siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna"
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Indi Gregory è morta. A comunicarlo è stato Dean Gregory, papà della bambina di 8 mesi affetta da una grave patologia mitocondriale, a cui il 6 novembre il governo Meloni ha concesso la cittadinanza per consentirle di essere trasferita al Bambin Gesù di Roma. A nulla è servita la lunga battaglia legale intrapresa dai genitori. La piccola ha lottato dopo l’estubazione fino a stanotte poi la dichiarazione ufficiale: "Mia figlia è morta, la mia vita è finita all’1.45", ha detto Dean. "Io e mia moglie Claire siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna. Il servizio sanitario e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma anche la dignità di morire nella sua casa. Sono riusciti a prendere il corpo e la dignità di Indi, ma non potranno mai prendere la sua anima".

Venerdì 10 novembre le corti del Regno Unito avevano disposto lo stop ai trattamenti vitali e il trasferimento in un hospice. Dopo l’estubazione e il trasferimento in un hospice su ordine del giudice dell’Akta Corte inglese la piccola Aveva smesso di respirare. "Poi la piccola guerriera si è ripresa e stava lottando, assistita con amore e coraggio da mamma e papà. Durante la notte ha avuto stress e affaticamento", ha raccontato su X Simone Pillon, il legale che ha seguito in Italia la famiglia della piccola Indi. "Sapevo che era speciale dal giorno in cui è nata, hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse, ma io e Claire ci siamo assicurati che sarebbe stata ricordata per sempre", ha aggiunto l'uomo in una dichiarazione all'agenzia LaPresse.

La mamma "l'ha tenuta con sè per i suoi ultimi respiri", ha riferito il papà. Per i medici dell'ospedale e per i giudici britannici la malattia di Indi era terminale e per questo era stato disposto il distacco dai principali dispositivi vitali. I magistrati hanno avallato "le forti evidenze" a sostegno della prognosi dell'ospedale di Nottingham, legata a un'assenza ormai definitiva di "interazioni" da parte di Indi e ai segnali di una sua "significativa sofferenza" causata dai trattamenti "invasivi". "Il servizio sanitario nazionale e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma le hanno tolto anche la dignità di morire nella casa di famiglia a cui apparteneva", ha denunciato il papà della bimba, "sono riusciti a prendere il corpo e la dignità di Indi, ma non potranno mai prendere la sua anima. Hanno cercato di sbarazzarsi di Indi senza che nessuno lo sapesse, ma noi ci siamo assicurati che fosse ricordata per sempre. Sapevo che era speciale dal giorno in cui è nata". Il caso ricorda quello di Alfie Evans nel 2018, il bimbo inglese di 23 mesi con una patologia neurodegenerativa morto dopo una battaglia legale di sei mesi, ed è destinato a lasciare una scia di polemiche.

A dare l'ultimo saluto a Indi anche il capo del governo Giorgia Meloni che nei giorni scorsi si era impegnata a conferire la cittadinanza d'urgenza alla neonata inglese: "Abbiamo fattotutto quello che potevamo, tutto il possibile. Purtoppo non è bastato, buon viaggio piccola Indi", ha scritto sui suoi canali social.

Anche il vicepremier, ministo per le infrastrutture, Matteo Salvini ha espresso la sua vicinanza scrivendo: "La piccola Indi Gregory non c’è più, una notizia che non avremmo mai voluto leggere. Il governo italiano ha fatto il massimo, offrendosi di curarla nel nostro Paese, purtroppo senza successo".

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