
Un agente del Cremlino che gestiva una rete di spie nel Regno Unito avrebbe "manipolato" un dipendente della National Crime Agency, agenzia paragonabile all'Fbi statunitense, per portare avanti le attività di spionaggio ordinate da Mosca. Parte dell'intrigo anche tre cittadini bulgari e un agente segreto austriaco. Segno che l'attività d'intelligence russa è estremamente radicata e attiva in Europa. Non è un caso che il Cremlino abbia annunciato, proprio questa mattina, l'espulsione di due diplomatici sospettati d'essere spie inglesi sotto copertura dall'Fsb, il servizio segreto russo che ha raccolto il testimone dal Kgb.
Stando a quanto riportato dal The Telegraph, il dipendente dell'Fbi britannica è implicato nelle attività di spionaggio collegate a Jan Marsalek, un agente del Cremlino a capo di una rete di spie che operava nel Regno Unito, sotto la credibile copertura di uomo d'affari. Era a capo di Wirecard, la risposta tedesca alla piattaforma PayPal.
La spia russa avrebbe ingannato l'agente britannico facendogli di fatto "eseguire i suoi ordini", incentrati sull'acquisizione di informazioni su German Gorbuntsov: un oligarca posto sotto la protezione delle autorità britanniche 24 ore al giorno. Gorbuntsov, braccato dai servizi segreti russi e già vittima di un attentato nel 2012, potrebbe essere un obiettivo dei sicari del Gru, l'intelligence militare russo che ha una particolare sezione specializzata in "eliminazioni". La stessa che ha attentato alla vita di Sergej Skripal, l'ex spia russa doppiogiochista colpita sul suolo britannico nel 2017.
Le "spie bulgare" di Londra
Questi dettagli sulla rete di spionaggio russa sono stati rivelati da una delle "spie bulgare" reclutate dai russi e che rispondeva a Orlin Roussev, il vertice della rete che, tra il 2020 e il 2023, aveva sorvegliato, tra gli altri, giornalisti, un ex politico e una base militare tedesca. Le spie bulgare, Katrin Ivanova, Vanya Gaberova e Tihomir Ivanchev, sono state scoperte da un'operazione di controspionaggio condotta dall'MI5. I tre cittadini bulgari, due donne e un uomo, si facevano chiamare "The Minions", come i personaggi del film d'animazione Cattivissimo Me, che, non a caso, aiutano un certo "Gru", nome che corrisponde proprio all'acronimo del servizio d'intelligence militare russo che ha l'abitudine di reclutare adepti all'estero. Le due donne avrebbero avuto un ruolo nei piani delle cosiddette "trappole di miele".
Secondo i servizi segreti inglesi, Marsalek aveva già utilizzato una rete di informatori per ottenere segreti su attività di intelligence e questioni legate alla politica estera in Egitto, Israele e Stati Uniti. Il fine era quello di scoprire chi avesse rapporti o comparisse nei rapporti "dei principali servizi esteri". Informazioni che hanno un doppio uso: individuare potenziali spie e assicurarsi che spie infiltrate non siano finite sotto la lente del controspionaggio.
La "talpa" austriaca al servizio del Cremlino
Gli 007 inglesi temono che la "rete di spie" possa estendersi in e ad altri paesi. In questa rete di informatori compare infatti il nome di un agente segreto austriaco, Egisto Ott, accusato di aver "illegalmente" cercato informazioni su una donna, una presunta spia russa che aveva una relazione con un parlamentare, nei database della polizia segreta austriaca (Bvt). La violazione dell'apparato dell'intelligence austriaca era già stata denunciata del 2024. L'agente segreto austriaco avrebbe chiesto conferma della presenza dell'oligarca nel mirino dei russi già nel 2017, collegandolo alla ricerca fatta dall'agente britannico della National Crime Agency. L'austriaco e l'agente inglese si "conoscevano da tempo" avendo "lavorato insieme in veste ufficiale".
La linea di richieste attivata da Marsalek avrebbe quindi portato diverse "autorità straniere" ad "agire indirettamente nell'interesse della Russia". Una pista fondata, dal momento che Ott, l'agente austriaco, è stato sospeso dopo gli avvertimenti della Cia e dell'MI6 che lo considerano una "talpa" al servizio del Cremlino.
Tra i funzionari di sicurezza contattati da Ott ci sarebbe anche un agente di polizia italiano che ha effettuato "controlli per conto di Ott" sui database del Sistema di informazione Schengen, principale sistema di condivisione delle informazioni per la sicurezza e la gestione delle frontiere in Europa. Ott ha sempre affermato che la ragione delle sue ricerche era collegata a operazioni coperte da segreto. "Sono una spia. E lo sarò fino al giorno della mia morte. Ma sono una spia austriaca, non ho mai lavorato per la Russia", ha dichiarato Egisto Ott.
La risposta dell'FSB
Potrebbe trattarsi di un caso, ma in seguito alla condanna delle spie bulgare il servizio d'intelligence russo, Fsb, ha annunciato di aver identificato due spie che operavano "sotto copertura" presso l'ambasciata britannica di Mosca. A riportare la notizia è stata l'agenzia stampa Ria Novosti.
L'ordine di espulsione dalla Federazione Russa, che dovrà avvenire entro due settimane dalla revoca dell'accreditamento, ha raggiunto il secondo segretario dell'ambasciata e il marito del primo segretario del dipartimento politico della missione diplomatica britannica, che, secondo l'Fsb, "hanno fornito informazioni false al momento dell'ingresso in Russia" essendo
impegnati, almeno secondo i servizi segreti russi, "in attività di spionaggio e sabotaggio". Sembrerebbe un classico esempio di "Tit for Tat": l'occhio per occhio nell'interminabile guerra di spie giocata tra Londra e Mosca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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