Sul corpo di Alexei Navalny, il dissidente russo morto il 16 febbraio in carcere in circostanze ancora poco chiare, continua a consumarsi una battaglia tra la famiglia e le autorità della Federazione. Nel pomeriggio di venerdì 23 febbraio, i collaboratori dell’oppositore di Putin Kira Yarmish e Ivan Zhdanov hanno riferito che la madre Lyudmila ha ricevuto un ultimatum di tre ore perché accetti un funerale segreto, altrimenti Navalny sarà sepolto nella colonia penale dov’è deceduto.
“Un'ora fa, un inquirente ha chiamato la madre di Alexei e le ha dato un ultimatum. O acconsente ad un funerale segreto senza un saluto pubblico entro tre ore, o Alexei verrà sepolto in una colonia penale”, si legge in una dichiarazione diffusa da Yarmish. “Lei ha rifiutato di negoziare con la Commissione investigativa perché questa non ha l'autorità di decidere come e quando deve essere sepolto suo figlio”. La donna è riuscita a visionare il corpo di Alexei Navalny solo giovedì 22 febbraio, dopo essere stata accompagnata “in segreto” all’obitorio di Salekhard. “Ho firmato il certificato di morte. Avrebbero per legge dovuto restituirmi subito il corpo, ma non lo hanno fatto”, ha spiegato in un video diffuso sui social. Kira Yarmish ha ribadito la richiesta di Lyudmila, che “chiede il rispetto della legge, che obbliga gli inquirenti a consegnare il corpo entro due giorni da quando viene stabilita la causa della morte". “Sulla base dei documenti medici che lei ha firmato questi due giorni scadono domani. Insiste perché le autorità permettano un funerale e un servizio funebre secondo gli usi”, ha aggiunto.
Sulla questione sono intervenuti anche icone della cultura russa, tra cui il giornalista premio Nobel per la pace Dmitry Muratov e la star del balletto Mikhail Baryshnikov, pubblicando video in cui hanno chiesto alle autorità di Mosca di rispettare la legge e restituire il corpo di Navalny a sua madre. "Dai a Lyudmila suo figlio", ha detto Muratov. "È imbarazzante parlare di questo in un Paese che si considera ancora cristiano". Baryshnikov si è spinto oltre, parlando dell’”assassinato Alexei Navalny”.
Fin dal giorno della sua morte, la salma dell’oppositore deceduto è stata al centro di un giallo di cui solo ora si è iniziata a vedere la fine. Inizialmente, i funzionari dell’obitorio di Salekhard hanno negato che si trovasse nel loro istituto, per poi ritrattare una volta che sono state diffuse testimonianze di paramedici che ne hanno confermato la presenza.
Per quanto riguarda le cause della morte di Navalny, la versione ufficiale l’ha attribuita a una “sindrome da morte improvvisa”. Nel certificato firmato dalla madre, si parla di “cause naturali”. Vi è anche l’ipotesi, però, che l’oppositore di Putin sia stato ucciso con la tecnica del “pugno al cuore” utilizzata dagli agenti del servizio di sicurezza dell’Fsb.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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