Il maltempo, il ghiaccio, il difetto fatale: così si è schiantato il volo American Eagle 4184

Quasi 70 le vittime nella "tragedia di Halloween: nessun sopravvissuto tra passeggeri e membri dell'equipaggio

Il maltempo, il ghiaccio, il difetto fatale: così si è schiantato il volo American Eagle 4184

La tragica fine del volo American Eagle 4184 è passata alla storia come la “tragedia di Halloween”. Il collegamento è piuttosto elementare: il dramma si consumò il 31 ottobre del 1994, celebrazione della vigilia di Ognissanti. Il velivolo era un ATR 72-212 -mezzo molto diffuso, ottimo nel rapporto qualità-prezzo secondo gli esperti dell'epoca - operato dalla Simmons Airlines per conto della American Eagle Airlans, una compagnia regionale molto nota. Il volo Indianapolis-Chicago fece i conti con il maltempo, l’esito fu devastante: morti 64 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio. Nessun sopravvissuto. In altri termini, uno degli incidenti più importanti della storia dell’aviazione.

Lo schianto del volo American Eagle 4184

Partito perfettamente in orario da Indianapolis. il volo American Eagle 4184 incontra delle turbolenze dopo quindici minuti di volo ma senza particolari problematiche per i piloti: il capitano è Orlando Aguilar, 29 anni, quasi 8 mila ore di volo di cui 1.548 sull’ATR, mentre il primo ufficiale è Jeffrey Gagliano, 30 anni, oltre 5 mila ore di voto di cui oltre 3.500 a bordo di un ATR. A completare l’equipaggio due assistenti di volo, una delle quali al suo primo giorno di lavoro.

Mentre il volo American Eagle 4184 si avvicina all’aeroporto di Chicago, Aguilar scende a 3 mila metri ma deve fare i conti con un imprevisto legato al maltempo, che costringe diversi aerei all’attesa in volo. Mentre scende di quota a 2.500 metri, scatta l’allarme per la velocità eccessiva con flap estesi, che spinge i due esperti a ritrarre i flap.

Di punto in bianco, però, uno strano rumore si diffonde per la fusoliera e dopo pochi secondi la barra di comando si sposta completamente verso destra mentre i comandi si bloccano. Vano ogni tentativo dei due piloti, che per pochi secondi riescono anche a riprendere il controllo dell’aereo. Il volo American Eagle 4184 termina la sua corsa in un campo di soia nei pressi di Roselawn, in Indiana. Nessun sopravvissuto: bilancio di 68 morti.

Le indagini

Il National Transportation Safety Board (NTSB) affida le indagini a Gregory Feith ma l’inizio è in salita: dopo il violento impatto, è rimasto ben poco dell’aereo. I pochi rottami sparsi sul terreno rivelano che l’impatto è avvenuto da bassa quota ma a velocità elevata. Fortunatamente le scatole nere vengono ritrovate pressoché subito e inviate in laboratorio per le analisi. Un altro importante indizio arriva dai “quattro angoli” dell’aereo, rinvenuti a grande distanza l’uno dall’altro: un elemento fondamentale che conferma che i piloti avevano il controllo parziale dell’aereo negli ultimi secondi prima dell’impatto e avevano provato a rialzarlo.

Gli investigatori dell’NTSB riescono a recuperare anche l’indicatore di assetto, lo strumento che dice ai piloti se stanno volando alla quota corretta. Se malfunzionante, potrebbe aver avuto un ruolo nell’incidente. Una pista da scartare: le analisi confermano il perfetto funzionamento. L’attenzione si sposta dunque alla torre di controllo: il volo American Eagle 4184 era rimasto in giro di attesa per quasi 40 minuti prima dello schianto. In particolare, i riflettori sono accesi su uno dei controllori, ancora in addestramento e dunque inesperto. Le registrazioni però lo “scagionano”, senza dimenticare che l’ATR non era l’unico aereo in attesa e nessun altro aveva registrato incidenti o criticità.

La squadra di Feith decide di approfondire le condizioni atmosferiche al momento dell’impatto e spunta un elemento: molti piloti segnalano la stessa cosa, ossia la presenza di ghiaccio. Non si tratta di un dettaglio secondario: il ghiaccio cambia la forma delle ali durante il volo e potrebbe causare dei problemi di prestazione e di controllo. I report parlano di ghiaccio leggero e moderato, quindi tutt’altro che preoccupante per un aereo di grandi dimensioni. Ma quello del volo American Eagle 4184 era un velivolo piccolo, di quelli che non possono volare troppo in alto perché il sistema di sghiacciamento ha poca potenza.

Gli investigatori scoprono che durante il giro d’attesa l’aereo attraversa più volte gli strati di nuvole e ogni volta l’aereo può essersi trovato esposto al ghiaccio. E c’è di più. Dalle registrazioni emerge che i piloti erano a conoscenza del problema. Diciassette minuti prima dello schianto il rilevatore elettronico che segnala la presenza di ghiaccio aveva messo in funzione l’allarme principale, spingendo il comandante ad accendere il sistema di sghiacciamento, che del resto era in funzione al momento dell’incidente.

La svolta

I piloti hanno fatto tutto ciò che la situazione richiedeva e le analisi confermano che il sistema di sghiacciamento funzionava correttamente. Ma la svolta nelle indagini arriva grazie alle proteste di un gruppo di piloti. Tre settimane dopo lo schianto del volo American Eagle 4184, il pilota Stephen Fredrick diffonde un avviso: la flotta ATR-72 in dotazione ha problemi in condizioni di ghiaccio. Passano pochi giorni e la situazione esplode: Fredrick dà voce alle sue preoccupazioni sulla tv nazionale, spingendo gli investigatori a valutare eventuali di progettazione.

Per saperne di più, l’investigatore Charley Pereira si reca alla sede di produzione francese degli ATR e analizza tutte le cause degli incidenti con gli ATR. Emergono similarità con cinque incidenti e viene individuata una grave mancanza: quando l’aereo sta per entrare in stallo, non c’è un segnale di avvertimento. Tra i casi citati anche quello del volo Aero Trasporti Italiani AZ 460, precipitato sulle montagne del comasco in località Conca di Crezzo il 15 ottobre 1987: bilancio di 37 morti. All’epoca era stata data la colpa al pilota, ma le indagini sul volo American Eagle 4184 rivelano l’amara verità.

Le analisi degli esperti rivelano che i piloti del volo American Eagle 4184 erano finiti in una situazione mai vissuta prima: l’aereo aveva incontrato gocce d’acqua particolarmente grandi, che non si congelano fino a quando non entrano in contatto con qualcosa di solido, come le ali dell’aereo. L’analisi dei dati degli alettoni confermano le cause: erano finiti in balia di un flusso d’aria causato dal ghiaccio. Individuato anche il motivo che aveva portato la barra di comando a spezzarsi verso destra: la turbolenza dell’aria sulle ali era così forte da sollevare l’alettone e far rullare l’aereo.

La conferma definitiva arriva con un approfondimento condotto insieme alla Nasa, già alle prese con un’analisi sugli effetti delle grandi gocce congelate sugli aerei. Attraverso un esperimento piuttosto audace – con tanto di aerocisterna dell’aviazione militare – scoprono che l’estensione dei flap ha effetti devastanti sulle striature di ghiaccio, peggiorandone l’effetto.

Le conseguenze

In seguito allo schianto del volo American Eagle 4184, l’AMR Corporation ha deciso di trasferire gli ATR dagli hub del Nord del Paese a quelli nel Sud e nei Caraibi.

Nel 1996 la Federal Aviation Administration (FAA) ha emanato 18 direttive di aeronavigabilità, con revisioni significative delle procedure di volo in condizioni di possibili formazione di ghiaccio e modifiche all’area di copertura del de-icing sulle ali.

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