"A processo per i fondi europei". Scure delle toghe francesi contro Le Pen

La Procura della Capitale francese ha chiesto il rinvio a giudizio per 27 persone, europarlamenentari del Rassemblement National e loro assistenti, per appropriazione indebita di fondi europei. A processo ci andrà anche la leader, Marine Le Pen

"A processo per i fondi europei". Scure delle toghe francesi contro Le Pen
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Marine Le Pen, 55 anni, leader del partito della destra francese, Rassemblement National, è stata rinviata a giudizio dalla Procura di Parigi insieme ad altre 27 persone per appropriazione indebita di fondi pubblici europei, negli anni in cui è stata eletta al Parlamento europeo, 2004-2016, quando il suo partito si chiamava ancora Front National. Oltre a lei, le persone che finiranno sul banco degli imputati sono 11 europarlamentari attuali ed ex, tra cui anche suo padre Jean Marie, 12 assistenti delle sedi di Bruxelles e Strasburgo, 4 collaboratori del Rassemblement National. A completare la lista ci sono anche alcune figure che sono state di primo piano per il partito negli anni 2010: Louis Aliot, ex sindaco di Perpignan, Bruno Gollnisch, ex numero 2 del partito, Nicolas Bay, oggi vicepresidente di Reconquête!, Wallerand de Saint-Juste, ex tesoriere e Julien Odoul, portavoce del partito.

Secondo l’impianto accusatorio della Procura, i 27 indagati sarebbero responsabili di “aver organizzato un sistema fraudolento e organizzato di appropriazione indebita di fondi europei a suo vantaggio, attraverso l'assunzione fittizia di assistenti parlamentari" . Per quanto riguarda la fattispecie della leader, Marine Le Pen viene accusata di appropriazione indebita e complicità col sistema fraudolento.

La Procura ha anche precisato che la pena massima, in questi casi, è di 10 anni di carcere e il pagamento di un’ammenda di 1 milione di euro oltre che, trattandosi di una persona eletta, all’impossibilità di farsi eleggere per un totale di 10 anni.

La vicenda

L’inchiesta è partita nel 2015 quando l’Ufficio europeo per la lotta antifrode aveva constatato delle irregolarità nei versamenti di denaro sui conti corrente di assistenti parlamentari del Front National, prima che cambiasse nome in Rassemblement National nel 2018, effettuati direttamente dalle casse del partito.

L’Ufficio per la lotta antifrode aveva notificato all’allora presidente dell’Eurocamera, Martin Schulz, che le persone coinvolte in questi trasferimenti sospetti di soldi pubblici europei erano, inizialmente, e 23 parlamentari europei del Fn e 29 assistenti che invece di lavorare per il partito all’interno delle istituzioni europee, si davano da fare per il Fn solo ed esclusivamente sul territorio nazionale francese. Alla fine di marzo dello stesso anno, la Procura parigina svolge delle indagini preliminari per tramite dell’Ufficio centrale per la lotta contro la corruzione e le frodi fiscali e finanziarie.

A dicembre 2016, due giudici parigini aprono un'istruttoria per appropriazione indebita, truffa organizzata, falso ideologico e attività illecite a scopo di lucro. I primi ad essere stati raggiunti da un avviso di garanzia sono stati esponenti dello stretto entourage della presidente del Front National, mentre Le Pen sarà iscritta nel registro degli indagati a giugno 2017, poco dopo le presidenziali perse contro Macron.

Le indagini proseguono coinvolgendo altri parlamentari e assistenti europei fino a giungere alla lista completa delle 27 persone per cui oggi la

procura chiede il processo. L’emittente francese Bfmtv ha dichiarato che, di recente, Marine Le Pen, ha rimborsato 330 mila euro richiesti dal Parlamento europeo per irregolarità di cui è oggetto di indagine.

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