"Ho l'imperativo morale di liberare donne e bambini. Abbiamo completato alcune liberazioni con operazioni audaci, ma non sempre è stato possibile. Devo esplorare le altre opzioni". Benjamin Netanyahu, in conferenza stampa dal quartier generale militare di Kirya, a Tel Aviv, insieme al ministro della difesa, Yoav Gallant, e al ministro del governo di emergenza nazionale, Benny Gantz, sta spiegando al popolo israeliano il senso dell'accordo che avrebbe dovuto siglare con Hamas, visto che i terroristi non lo hanno firmato.
Le parole di Netanyahu
Ostaggi, guerra, obiettivi. Sono tre le parole chiave utili a sintetizzare l'intervento di Netanyahu, che ha subito sottolineato gli sforzi effeettuati dal suo governo per garantire il rilascio di tutti i prigionieri nelle mani di Hamas. Allo stesso tempo, anche se le Forze di difesa israeliane (Idf) sono impegnate a garantire il ritorno a casa degli ostaggi, soprattutto donne e bambini, non cambia l'obiettivo finale di Tel Aviv: neutralizzare ogni minaccia posta dal gruppo filo palestinese allo Stato di Israele.
Il primo ministro israeliano ha sottolineato la complessità della missione in corso, sottolineando che i soli mezzi militari non sempre possono portare al successo. In ogni caso, al netto dell'accordo e del cessate il fuoco temporaneo, Netanyahu ha chiarito che l'intesa con Hamas è necessaria a garantire che i militari israeliani "saranno al sicuro nelle prossime ore" dicendosi "sicuro che dopo qualche giorno l'esercito sarà pronto a proseguire la guerra, che continuerà fino alla vittoria".
Ostaggi e guerra
"Continueremo questa guerra finché tutti i nostri obiettivi non saranno raggiunti, incluso il ritorno dei nostri prigionieri e l’eliminazione di Hamas e garantendo che il giorno dopo Hamas, Gaza non sarà sotto il controllo di alcun partito che si impegna nel terrorismo o insegna il terrorismo", ha chiarito Netanyahu.
Lo stesso Netanyahu ha quindi ribadito che la strada per ottenere un accordo per il rilascio di almeno 50 dei 240 ostaggi stimati, per lo più civili israeliani, è stata spianata dalla "pressione militare israeliana contro Hamas" e, in secondo luogo, dalla pressione politica. "Dall’inizio della guerra non ho mai smesso di pensare a loro, non ho mai smesso di pensare alle loro famiglie", ha proseguito ringraziato gli alleati, in primis gli Stati Uniti. Il Jerusalem Post ha fatto sapere che Netanyahu ha avuto una telefonata con il presidente Usa, Joe Biden, durante la quale lo ha ringraziato per aver favorito il raggiungimento dell'intesa.
"Siamo stati impegnati in trattative molto dure per migliorare le condizioni di questo accordo.
Ho appena parlato con il presidente (degli Stati Uniti ndr) Biden e l'ho ringraziato per aver risposto alla mia richiesta di lavorare con i negoziatori per migliorare le condizioni di questo accordo che alla fine è stato raggiunto", ha concluso il leader isrealiani, specificando, come detto, che la guerra contro Hamas, terminati questi giorni di tregua, non si fermerà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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