"È in terapia intensiva". Il capo del Pentagono in ospedale: Casa Bianca in ansia

Lloyd Austin, segretario alla Difesa, è stato ricoverato in terapia intensiva e i poteri sono stati trasferiti alla sua vice Kathleen Hicks. Non è chiaro per quanto tempo dovrà restare in ospedale

"È in terapia intensiva". Il capo del Pentagono in ospedale: Casa Bianca in ansia
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Nuovo ricovero per Lloyd Austin. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti è tornato nel reparto di terapia intensiva del Walter Reed National Military Medical Center “per emersi problemi alla vescica”. Per evitare una nuova ondata di polemiche, come accaduto a inizio gennaio, il Pentagono ha tempestivamente avvisato dell’accaduto con due comunicati. Austin era atteso mercoledì a Bruxelles per un incontro del gruppo per l’Ucraina e per la ministeriale della Nato.

Inizialmente, era stato reso noto che Casa Bianca, capi di Stato maggiore e Congresso erano stati informati dell’accaduto, ma non era stato annunciato il trasferimento dei poteri di Austin alla sua vice Kathleen Hicks, che era stata definita come “pronta ad assumere le funzioni ed i compiti del segretario se necessario”. “A questo punto, il segretario mantiene le sue funzioni", si affermava, spiegando che Austin si era portato "i sistemi di comunicazione classificati e non classificati necessari a svolgere i suoi compiti". Circa due ore dopo, con un secondo comunicato e una dichiarazione del portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder, è stato reso noto il passaggio dei poteri a Hicks, avvenuto ufficialmente alle 16:55 ora di Washington. “Il segretario è ricoverato e sta ricevendo cure”, si legge nel documento, in cui viene anche precisato che “non è chiaro quanto rimarrà in ospedale”.

Austin era tornato al Pentagono il 29 gennaio, dopo settimane di ricovero in ospedale e un periodo di lavoro da casa dovuti a complicazioni durante un intervento per un tumore alla prostata. In occasione della sua prima conferenza stampa, si era nuovamente scusato per il modo in cui aveva gestito la questione, tenendo segreto il ricovero e informando il presidente solo il 4 gennaio, quando aveva trasferito i poteri alla sua vice. La vicenda aveva scatenato enormi polemiche politiche, molteplici richieste di dimissioni e l’avvio di indagini interne, soprattutto perché proprio in quei giorni gli Stati Uniti stavano preparando i piani dei raid in Medio Oriente contro i ribelli Houthi e le milizie filo-iraniane in Siria e Iraq.

L’11 gennaio, l’ispettore generale del Pentagono, pressato dal Congresso, aveva annunciato in una nota che avrebbe esaminato i ruoli, i processi, le procedure, le responsabilità e le azioni relative al ricovero, oltre a valutare se le procedure previste dal dipartimento della Difesa fossero sufficienti a garantire notifiche tempestive e una transizione senza problemi dell’autorità. La questione è finita anche sul banco della campagna elettorale e utilizzata dai repubblicani come prova dell’inaffidabilità di Joe Biden.

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