Siria, quei massacri che rivelano il vero volto di Al Jolani

Cinquecento alawiti massacrati dalle forze del nuovo governo: "Questa gente capisce solo questo"

Siria, quei massacri che rivelano il vero volto di Al Jolani
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È la storia che torna. Che si ripete, ma a parti inverse. Se ieri era Bashar al Assad a premere sui “ribelli” - molto spesso jihadisti foraggiati dai Paesi sunniti e da quelli occidentali - lanciando barrel bomb dal cielo e compiendo massacri (la guerra in Siria conta almeno 500mila morti e vendette terribili su ogni lato del fronte), ora è il contrario. Sono i liberatori, capeggiati da Al Jolani, a massacrare.

Le immagini che arrivano dalla costa occidentale sono tremende. I morti, principalmente alawiti, sono almeno cinquecento. Tra loro ci sono molte donne e bambini. Vengono presi, passati per le armi e lasciati a terra, lungo le vie di città e paesi. Oppure nelle loro case. Un colpo secco. Bum. Poi il corpo che cade a terra. O che si accascia su una sedia. Che viene avvolto da una nuvola di polvere prima di essere mangiato dai cani randagi, presenza fedele di ogni conflitto. Esecuzioni in piena regola perché il massacro che si sta compiendo in Siria non è una reazione. E neppure una rappresaglia. È violenza pura. Vendetta. Certo, si fa risalire la causa di questa nuova ondata di attacchi a un raid compiuto alcuni giorni fa da alcuni ex membri delle milizie di Assad contro una pattuglia del nuovo governo. Ma è solo una parte del racconto. Sono passati tre mesi esatti da quando il regime non c’è più. Al posto di Bashar è arrivato Ahmad al Shara, il nuovo nome del vecchio Abu Muhammad al Jolani, l’ex capo di Al Nusra, la branca siriana di Al Qaeda. Ha tolto la divisa verde, ha sistemato la barba, ha iniziato a farsi chiamare in modo diverso e, soprattutto, ha rassicurato il mondo intero: la Siria sarà libera, non ci saranno vendette. Così, però, non è stato. Fin dall’inizio, uomini legati al nuovo governo hanno cominciato a dare la caccia ai lealisti e ad eliminarli. Bastava sfogliare il sito syria live map, fonti aperte ma verificate, per rendersene conto. Eppure si è voluto non vedere. Si è preferito credere alla fola della svolta di Al Shara e dei suoi ministri. Intanto però il sangue continuava a scorrere. Erano solo fiumi carsici di violenza che ora emergono con tutta la loro crudezza: "Quello di bruciato è un buon odore!", dice un miliziano, ridacchiando mentre riprende col suo cellulare la via di un quartiere colpito, ora spopolato e dove si levano colonne di fumo dagli scantinati. Qui decine di miliziani portano via tutto quello che possono dalle case violate. "Abbiamo fatto bene...

", dice un altro miliziano. "Questa gente capisce solo questo!". È così che Al Jolani sta riportando l’ordine in Siria: con il terrore. Difficile fare diversamente per chi, fino a ieri, marciava sotto le bandiere di Al Qaeda.

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