L'America dell'idenity politics sta facendo tragicamente i conti, in queste ore, con 129esima sparatoria dall'inizio del 2023. A premere il grilletto contro persone innocenti è, questa volta, una donna, benché si definisse da poche settimane "transgender". Audrey Elizabeth Hale, 28 anni, è la killer identificata dalle forze dell'ordine come responsabile della sparatoria nella Covenant School, scuola elementare cristiana di Nashville, Tennessee, nella quale sono morti tre bambini e tre adulti. È morta a seguito dell'intervento delle forze dell'ordine, dopo che aveva aperto il fuoco all'interno della scuola cristiana.
Che la sparatoria sia stata preparata e pianificata sin nei minimi dettagli lo dimostrano gli oggetti che le forze dell'ordine hanno rinvenuto a casa della killer, a seguito di una perquisizione, tra cui mappe dettagliate della scuola, e della "sorveglianza" oltre a un "manifesto" e alcuni scritti che annunciano ciò che sarebbe successo, ha spiegato il capo della polizia di Nashville, John Drake. Anche se il suo caso è peculiare, Hale, tuttavia, non è l'unica "donna" ad aver aperto il fuoco in una scuola nella storia degli Stati Uniti.
Le altre donne killer
Secondo il New York Times, che ha preso in esame 172 sparatorie avvenute negli Stati Uniti negli ultimi cinque decenni, solo in quattro casi le "killer" erano donne. Tra queste c'è Laurie Dann, che il 20 maggio 1988, entrò in un'aula di seconda elementare nella periferia nord di Winnetka spiegando agli studenti che era lì per insegnare loro le armi, salvo poi aprire il fuoco su di loro. Uccise uno studente, ferendone altre cinque. A differenza dell'autrice della sparatoria di Nashville, Laurie Dann era stata curata per un grave disturbo ossessivo compulsivo e aveva mostrato comportamenti strani, pericolosi e violenti per settimane prima della sparatoria alla Hubbard Woods School. Il caso suscitò numerosi interrogativi, già all'epoca, sulla facilità con cui Dann, nonostante i disturbi mentali acclarati, fu in grado di acquistare legalmente armi.
Un altro caso che sconvolse l'America fu quello di Jillian Robbins, la 19enne con disturbi mentali che il 17 settembre 1996 aprì il fuoco nella cortile della Pennsylvania State University, uccidendo una studentessa, Melanie Spalla, 19 anni, di Altoona, e ferendone un altro. Venne accusata di omicidio di terzo grado e di quattro capi di imputazione per tentato omicidio. Dopo essersi dichiarata colpevole di tutte le accuse, Robbins fu condannata a 30 anni di carcere e sarà rilasciata nel 2028.
C'è poi il caso della professoressa Amy Bishop, che fu responsabile della sparatoria presso l'Università dell'Alabama a Huntsville, Alabama, del 12 febbraio 2010, nella quale furono uccise tre persone. Nel corso di una riunione di routine del dipartimento di biologia a cui hanno erano presenti circa 12 persone, Bishop si alzò in piedi e iniziò a sparare con una pistola calibro 9. Aveva un passato violento, che le istituzioni avevano probabilmente sottovalutato: in precedenza aveva attirato l'attenzione delle forze dell'ordine - nel 1986 - quando sparò a suo fratello a Braintree, nel Massachusetts, in un episodio che fu ufficialmente derubricato a "incidente". La sua furia omicida fu scatenata da una cattedra all'università che lei aveva richiesto e che invece le fu rifiutata.
Il profilo di Hale
A differenza delle altre "donne killer", Hale non ha un passato con disturbi mentali acclarati. Secondo il suo profilo Linkedin, Hale aveva di recente avviato un'attività di illustrazione e progettazione grafica freelance dopo aver frequentato con ottimi voti il Nossi College of Art di Madison, nel Tennessee, presso il quale si era laureata nel 2022. "A parte l'arte, mi piace abbuffarmi di videogiochi, guardare film e fare sport", ha scritto Hale su un sito web personale. "C'è una parte infantile in me che ama andare a correre al parco giochi. Gli animali sono la mia seconda passione, quindi mi piace anche passare il tempo con i miei due gatti". Passione per gli animali confermata peraltro da uno dei suoi precedenti lavori, quello di cat sitter.
Una ragazza all'apparenza tranquilla, dunque, che aveva da poco annunciato il suo essere "transgender", che lavorava nel settore della grafica e delle illustrazioni. Senza che nessun precedente o episodio particolare - per ciò che è trapelato per ora, quantomeno - potesse minimamente far supporre che fosse in grado di uccidere dei bambini a sangue freddo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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