Nuovi, inquietanti retroscena sulla morte del magnate accusato di pedofilia, Jeffrey Epstein, stanno venendo alla luce. A darne notizia è Associated Press, la quale ha richiesto ed ottenuto la documentazione relativa ai giorni che l’uomo trascorse in carcere, prima di essere ritrovato morto, impiccato nella sua cella. Grazie al Freedom of Information Act, Ap ha svelato pubblicamente più di 4000 pagine, che ricostruiscono le ultime settimane e le ultime ore del finanziere.
Epstein, arrestato a luglio 2009 con diverse accuse, tra cui traffico della prostituzione minorile, era stato assegnato al Metropolitan Correctional Center di Manhattan, dove era stato posto in regime di sorveglianza psicologica, per un presunto tentativo di suicidio poco dopo essere stato arrestato. Dai documenti delle ultime due settimane di permanenza nel carcere, emerge il quadro di un uomo disperato,“accucciato in un angolo della sua cella, con le mani a coprirsi le orecchie, per non sentire il rumore delle gocce di un rubinetto rotto”.
Jeffrey Epstein, re del jet set internazionale, e mago della finanza, “non dormiva ed era agitato”, si legge nei documenti stilati dagli psicologi addetti alla sua sorveglianza. Ma nonostante egli si riferisse a se stesso come ad “un codardo”, afferma uno psicologo, il finanziere insisteva con l’affermare che aveva avuto “una vita meravigliosa” e che non si sarebbe mai suicidato. Ma, per ironia della sorte, il 10 agosto 2019, pochi giorni dopo quella conversazione con lo psicologo, Epstein fu trovato provo di vita all’interno della sua cella.
Quando arrivò al Metropolitan Correctional Center, Epstein rimase solo 22 ore nell’area carceraria comune con gli altri detenuti, per poi essere spostato in un’ala del carcere, sotto stretta sorveglianza. Gli altri detenuti raccontano che il noto milionario si vantava delle sue conquiste femminili, era di umore buono e che non aveva accettato di buon grado lo spostamento in isolamento. Ma le sue condizioni cambiarono, una volta trasferito in quello che nelle prigioni americane viene definito "suicide watch".
Secondo quanto documentato nelle 36 ore precedenti la sua morte, Epstein aveva contattato via email un altro noto pedofilo, Larry Nassar, un medico che abusò di decine di ginnaste americane. Dell'email in questione non si sa molto, solo che tornò indietro al mittente, ovvero ad Epstein. L’investigatore che trovò l'email dopo la morte del milionario, chiese ad un agente penitenziario se dovesse aprire la mail, ma del suo contenuto non si seppe più nulla.
Le stranezze sulla tragica dipartita di Epstein diventano sempre più bizzarre nel corso dei giorni, fino alla sera prima della sua morte. In quell'occasione, il magnate newyorkese si scusò e interruppe un incontro con i suoi legali, per effettuare una chiamata alla sua famiglia. Epstein disse ad un agente che doveva telefonare a sua madre, la quale però, era morta ben 15 anni prima. Chi chiamò l’uomo quella notte?
Due anni dopo la morte di Jeffrey Epstein, il Metropolitan Correctional Center chiuse i battenti per “una notevole riduzione del personale e lacune nell’addestramento degli agenti”. Il presunto suicidio di uno dei criminali più famosi d’America aveva scoperchiato un vaso di Pandora troppo grosso per essere richiuso. I due agenti responsabili della sorveglianza di Epstein, Tova Noel e Michael Thomas, vennero accusati per aver mentito sui fatti della notte del suicidio. L’accusa sostiene che i due agenti avevano consultato siti di shopping online, invece di controllare il detenuto ogni 30 minuti, come avrebbero dovuto fare.
Ma la cosa più inquietante che si legge nei documenti in possesso di Ap, è che proprio quella notte, Noel e Michaels, si addormentarono per ben due ore. In quelle due ore Epstein, la cui cella si trovava a soli 4 metri di distanza dalla postazione degli agenti, fu trovato privo di vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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