Il taccuino segreto, le provocazioni a Kim, i droni misteriosi: la rivelazione che scuote la Corea

In Corea del Sud la polizia ha sequestrato il taccuino personale di un militare diventato confidente e consigliere chiave dell'ex ministro della Difesa del Paese. Nell'agenda c'era scritto della necessità di provocare la Corea del Nord di Kim Jong Un

Il taccuino segreto, le provocazioni a Kim, i droni misteriosi: la rivelazione che scuote la Corea
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Arrivano nuove indiscrezioni dalla Corea del Sud che consentono di ricostruire, almeno in parte, cosa potrebbe aver spinto il presidente del Paese, Yoon Suk Yeol, a dichiarare la legge marziale a livello nazionale, salvo poi ritirarla andando incontro all'impeachment e generando un preoccupante vuoto di potere a Seoul. In particolare, proprio nelle ultime ore, la polizia ha sequestrato il taccuino personale di un ex militare diventato confidente e consigliere chiave dell'ex ministro della Difesa della Sud Corea. Noh Sang Won, ex capo del Defense Intelligence Command (Dic) nella città di Ansan, 30 chilometri a sud-ovest dalla capitale, aveva scritto nell'agendina della necessità di provocare la Corea del Nord di Kim Jong Un per giustificare lo stato di emergenza nel Paese. Che questo appunto sia in qualche modo da ricollegare anche ai misteriosi droni avvistati dalle autorità nordcoreane nei cieli di Pyongyang lo scorso ottobre?

Il taccuino segreto

Nell'ambito delle indagini della polizia sulla destituzione di Yoon e l'arresto dell'ex ministro della Difesa Kim Yong Hyun, detenuto per il suo ruolo nella recente dichiarazione della legge marziale, spuntano informazioni utili a capire i retroscena della recente crisi. Secondo i dettagli resi noti dalla polizia, il taccuino di Noh, di circa 60 pagine, includeva una semplice annotazione che diceva "provocare un attacco del Nord alla Nll", in un evidente riferimento alla Northern Limit Line (Nll), la linea che segna il confine marittimo delle due Coree nel Mar Giallo e punto di particolare tensione, poichè Pyongyang non riconosce la demarcazione, tracciata originariamente dalla Comando delle Nazioni Unite, alla fine della guerra di Corea (1950-1953).

La scoperta sarebbe in linea con le accuse dell'opposizione sudcoreana: i deputati del Partito liberale democratico (Pd) ritengono che esistano prove che l'ex ministro della Difesa nazionale Kim Yong Hyun avrebbe tentato di provocare un'azione militare dal Nord per giustificare la legge marziale. A sua volta, anche Noh, stretto collaboratore di Kim, è detenuto per il suo presunto ruolo nella pianificazione dello stato di emergenza dichiarato il 3 dicembre Yoon, destituito dal Parlamento e in attesa di decisione dalla Corte Costituzionale sul suo futuro.

In relazione alla legge marziale, il taccuino contiene anche altre note come "chiudere l'Assemblea nazionale (il Parlamento del Paese ndr)", apparentemente per impedire ai deputati di votare per l'abrogazione della legge marziale - cosa che riuscirono a fare la notte dei lavori - oltre a includere un elenco di politici, giornalisti, personalità religiose, leader sindacali e giudici come "bersagli di arresto". La figura di Noh ha cominciato a essere nota al pubblico dopo che è stato accusato di essersi incontrato lo scorso 1 dicembre nei locali di una nota catena di hamburger sudcoreana con i suoi collaboratori - tra cui l'attuale comandante del Dic, Moon Sang-ho - per pianificare l'operazione "dichiarazione della legge marziale".

I droni e le provocazioni contro Kim

Lo scorso 30 ottobre il ministero della Difesa nordcoreano, che aveva accusato la Corea del Sud di aver inviato almeno un paio di droni in Corea del Nord, spiegava di aver effettuato un'indagine approfondita sugli spostamenti dei velivoli all'interno del Paese, raccogliendo un totale di 238 piani di volo e registri. La Korean Central News Agency (Kcna) aveva quindi diffuso una mappa nella quale si poteva osservare la presunta ricostruzione del tragitto del velivolo senza pilota. Che sarebbe decollato l'8 ottobre alle 23:25 dall'isola di Paekryong, un'area fortemente fortificata controllata da Seoul, nei pressi del confine marittimo che separa le due Coree, violando lo spazio aereo del Nord.

L'esercito sudcoreano si era rifiutato di commentare le affermazioni del Nord. Il portavoce del Joint Chiefs of Staff sudcoreano, Lee Sung Joon, aveva dichiarato che "non valeva la pena rispondere". Eppure Pyongyang sosteneva che il drone "catturato" fosse penetrato attraverso il proprio spazio aereo nei pressi della contea di Jangyon, nella provincia dello Hwanghae Meridionale, e dell'isolotto di Cho, situato al largo della costa occidentale della medesima provincia.

Arrivato a Pyongyang, appena un paio d'ore dopo il decollo, avrebbe "sparso spazzatura politica motivazionale" nelle aree vicine agli edifici del ministero degli Esteri e della Difesa, nonché nei pressi della stazione Sungri della metropolitana locale. Alimentando ulteriori tensioni tra le due Coree.

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