
Per il ministero degli Interni di Taiwan, Liu Shyh Fang, non ci sono dubbi: i video pubblicati da Yaya in Taiwan, un'influencer cinese che da tempo vive sull'isola, hanno superato ogni limite e violato la legge. Liu Zhenya, sposata con una cittadina locale, è finita nell'occhio del ciclone per aver esaltato allo stremo la cosiddetta One China Policy, secondo la quale esisterebbe una sola Cina, la Repubblica Popolare, e Taiwan sarebbe una sua provincia nonché parte integrante del suo territorio. In uno dei tanti video pubblicati sul suo profilo Douyin, la versione cinese di TikTok, Liu ha affermato che Taiwan verrebbe ridotta "in polvere in meno di 30 minuti" se i militari cinesi dovessero usare la forza per quella che considerano una "riunificazione". Troppo per le autorità di Taipei, che hanno così deciso di espellere la donna dall'isola.
L'influencer cinese espulsa da Taiwan
Le sue parole sulla "riunificazione" sono inaccettabili a Taiwan, non sono libertà di espressione, ha tagliato corto il ministro del'Interno Liu. "Riunificare Taiwan con l'uso della forza": sarebbe stato questo l'appunto dell'influencer - che può vantare 400.000 follower su Douyin - che avrebbe messo in moto l'Agenzia nazionale per l'immigrazione di Taipei per la revoca del permesso di soggiorno concesso alla donna sulla base dei rapporti di parentela.
I commenti di Liu, pubblicati in varie clip, sono stati sospettati di promuovere la propaganda del Fronte unito, un network di gruppi e individui influenzati o controllati dal Partito Comunista Cinese e usato per promuoverne gli interessi di Pechino. Le autorità dell'isola hanno quindi deciso di revocare il suo permesso. Non è chiaro quanto verrà effettivamente espulsa, anche se l'allontanamento dovrebbe concretizzarsi dopo un periodo di tolleranza tale da consentire all'influencer di organizzarsi.
Allontanata dall'isola
Le autorità di Taiwan hanno già precisato che l'influencer sarà al bando per i prossimi cinque anni e non potrà chiedere un nuovo permesso di soggiorno per motivi di "sicurezza nazionale" e "stabilità sociale". È il primo caso in cui Taiwan decide di espellere il coniuge cinese di un cittadino dell'isola. Finora il governo di Taipei era stato riluttante a procedere con passi che avrebbero potuto essere interpretati come limitazioni della libertà di espressione. Ma, ha evidenziato il Financial Times, la Cina ha intensificato la sua campagna di disinformazione e spionaggio in seguito al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, nell'intento di instillare il dubbio sull'affidabilità del sostegno Usa a Taipei, che conta una manciata di alleati nel mondo. E dunque anche la stessa isola ha cambiato strategia.
"Come tutti i taiwanesi sanno, la libertà di parola non è un diritto divino, né una scusa per promuovere idee di unificazione di Taiwan con la forza o con l'intimidazione militare", ha dichiarato il ministro Liu Shyh Fang. L'Agenzia nazionale per l'immigrazione locale ha affermato di aver ricevuto segnalazioni secondo cui Liu aveva "apertamente sostenuto l'unificazione tramite la forza militare" della Cina con Taiwan sui suoi account social.
L'Agenzia ha quindi esortato il pubblico a evitare commenti inappropriati, come quelli che aumentano il traffico online a scopo di lucro, e condannato i comportamenti che indeboliscono il sistema democratico di Taipei.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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