Tentativo fallito di colpo di Stato in Bolivia: arrestati i comandanti dell'esercito

Contingente assalta il palazzo del governo guidato dall'ex comandante dell'esercito. Dopo alcune ore ritirate le truppe: golpe fallito

Tentativo fallito di colpo di Stato in Bolivia: arrestati i comandanti dell'esercito
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Tentativo di colpo di Stato fallito in Bolivia, dove alcuni soldati hanno fatto irruzione nel palazzo del governo. I militari sono stati guidati dal comandante dell'Esercito boliviano, Juan José Zúñiga. Alcuni veicoli hanno tentato di sfondare i cancelli di Palacio Quemado. Secondo l'emittente "Btv", "un contingente di soldati e veicoli dell'esercito è entrato in Plaza Murillo", la piazza centrale della città di La Paz. Il presidente Luis Arce ha avvertito: "Denunciamo le mobilitazioni irregolari di alcune unità dell'esercito boliviano. La democrazia deve essere rispettata". La Farnesina con l'Unità di crisi e l'ambasciata d'Italia in Bolivia "monitorano situazione a La Paz". Il ministro Antonio Tajani "segue l'evoluzione" di quanto sta accadendo nel Paese sudamericano, prosegue la Farnesina, invitando a contattare l'Unità di crisi al numero +39 06 36225 per qualsiasi emergenza o segnalazione.

Tutto è iniziato attorno alle 21. Anche l'ex presidente boliviano Evo Morales, in un messaggio su X, ha denunciato il movimento dei militari nella piazza Murillo davanti al palazzo, definendolo un colpo di stato "in preparazione". Quindi, ha aggiunto: "Il colpo di Stato è stato preparato in anticipo. Un gruppo del Reggimento speciale di Challapata ha occupato Piazza Murillo e ha appostato franchi tiratori". Il presidente Arce ha chiamato il popolo alla mobilitazione: "Abbiamo bisogno che il popolo boliviano si organizzi e mobiliti contro il colpo di Stato e a favore della democrazia". Il presidente ha registrato il video all'interno del palazzo, circondato dai suoi ministri: "Non possiamo permettere che una volta di più, tentativi golpisti si portino via vite dei boliviani".

Prima di entrare nel palazzo del governo, Zúñiga ha detto ai giornalisti presenti nella piazza: "Sicuramente presto ci sarà un nuovo governo, il nostro Paese, il nostro Stato non possono andare avanti così". María Nela Prada, ministro della presidenza e uno dei massimi funzionari boliviani, ha detto che militari e carri armati stanno prendendo il controllo della piazza, definendolo un "tentativo di colpo di Stato". I cittadini sono in stato di massima allerta in queste ore, qualcuno sta già lasciando lal città e in tanti seguono dalla televisione gli eventi che si stanno svolgendo in piazza Murillo. Un video trasmesso dalla televisione boliviana ha mostrato il presidente Luis Arce mentre affronta il comandante generale dell'esercito nel corridoio del palazzo. "Sono il tuo capitano e ti ordino di ritirare i tuoi soldati e non permetterò questa insubordinazione", le parole di Arce.

Il vicepresidente, David Choquehuanca, ha lasciato un messaggio social molto allarmato: "Denunciamo alla comunità internazionale che in Bolivia è in corso un Colpo di Stato contro il nostro Governo democraticamente eletto". Il presidente dell'Honduras ha espresso la sua solidarietà all'omologo boliviano e in Sudamerica la tensione in queste ore è alle stelle. Solo nel 2019 la Bolivia aveva subito un altro colpo di Stato e in quell'occasione a essere rovesciato era stato proprio il governo di Evo Morales.

Ma stavolta il golpe ha fallito: dopo aver denunciato un tentativo di colpo di Stato, il presidente della Bolivia ha nominato nuovi vertici militari. José Wilson Sánchez ha prestato giuramento come nuovo comandante generale dell'esercito al posto di Zúñiga, che dopo questi annunci ha lasciato piazza Murillo. Anche gli altri veicoli motorizzati militari, riferisce la stampa boliviano, avrebbero lasciato la piazza. Secondo le informazioni dei media boliviani, il tentativo di colpo di Stato è da considerarsi "fallito".

Affacciandosi dal palazzo dopo la fuga dei golpisti, Arce si è rivolto alla piazza gremita: "Grazie al popolo boliviano, viva la democrazia". Il popolo ha intonato l'inno nazionale e Choquehuanca ha dichiarato: "Il popolo boliviano non permetterà mai più colpi di Stato".

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