"La Tunisia tornerà disponibile...". Così i flussi dei migranti si sono spostati sull'Atlantico

In aumento le traversate dall'Africa alle isole Canarie: partenze da Senegal, Mauretania e Marocco. I controlli in Tunisia e Italia spaventano i trafficanti

"La Tunisia tornerà disponibile...". Così i flussi dei migranti si sono spostati sull'Atlantico
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Le rotte migratorie non sono flussi statici ma si evolvono e sfruttano le lacune che, man mano, si evidenziano nei controlli territoriali degli Stati. È ben noto che le rotte tra il nord Africa e l'Italia siano tra le più frequentate, sia per una lunga tradizione italiana di lassismo in tal senso, che si è radicata per anni con i governi di sinistra, sia per le oggettive distanze ridotte. L'avvento del primo governo a maggioranza di destra dal dopoguerra ha, però, cambiato la percezione dell'Italia sull'altra sponda del Mediterraneo e si sta assistendo a una nuova evoluzione del fenomeno, che vede una intensificazione dei fenomeni sul versante occidentale dell'Europa, con un incremento delle partenze da Mauritania, Senegal e Marocco, con conseguenti arrivi maggiorati alle isole Canarie e ridotti in Italia. Ed è proprio a fronte di questa volatilità che è fondamentale per l'Europa avanzare con una strategia unitaria.

Le ragioni di questo fenomeno, oggettivamente rilevato nell'aumento dei flussi, non ha al momento ragioni specifiche. Tuttavia, seguendo le conversazioni tra trafficanti e migranti, ci si può fare qualche idea sul motivo di tale spostamento, che non si esclude possa essere solo momentaneo. "La Tunisia sarà presto di nuovo disponibile", scrivono su Whatsapp gli organizzatori dei convogli. Analizzando il flusso di botta e risposta si percepisce una aumentata preoccupazione per il passaggio tunisino. Negli ultimi mesi la situazione a Sfax è precipitata a causa delle aggressioni e delle faide che sono state scatenate dai migranti subsahariani, che hanno trasformato la città tunisina in una sorta di zona franca del terrore.

A fronte di una situazione ormai insostenibile, tra omicidi, aggressioni con machete e coltelli, e risse in strada, il governo tunisino ha deciso di attuare una stretta spinta e sostenuta anche dall'Europa. D'altronde i numeri delle partenze degli ultimi mesi da Sfax sono stati impressionanti. Ma c'è un altro elemento che sembra impensierire migranti e organizzatori, ossia la stretta messa in atto anche dall'Italia, con controlli più stringenti, ripristino dei Cpr (al netto dei soliti magistrati) e rimpatri più rapidi. Con la sospensione di Schengen sulla frontiera slovena e una maggiore attenzione sulle frontiere marittime, le possibilità di essere rimpatriati sono altissime. Il cambio di passo dell'esecutivo Meloni sta iniziando a dare i suoi frutti, come previsto dal premier. Meloni ha più volte spiegato che quela intrapresa dal suo governo non sarebbe stata una strategia immediata ma avrebbe richiesto tempo, perché definitiva. A distanza di un anno dall'inizio dei lavori, i primi risultati cominciano ad arrivare e quella intraapresa dal governo si sta dimostrando unaIl cambio di passo dell'esecutivo Meloni sta iniziando a dare i suoi frutti, come previsto dal premier. . Un'ottima vase sulla quale posare le ulteriori iniziative.

Le organizzazioni si sono sapute adattare sfruttando una rotta già aperta, ora intensificata. Le isole Canarie della Spagna si affacciano sulla costa occidentale dell'Africa e sono relativamente vicine al Marocco, alla Mauritania e al Senegal. Le più vicine sono Fuerteventura e Gran Canaria ma non sono queste le isole che stanno vedendo il maggior numero si sbarchi. Essendo quelle a più alta vocazione turistica, i confini sono maggiormente presidiati, pertanto i barchini fanno prevalentemente rotta su El Hierro, più distante. In quest'area, non si vedono molti gommoni o barchini in ferro, così come siamo abituati nel Mediterraneo. Sono le piroghe il mezzo più utilizzato, la tipica imbarcazione da pesca senegalese che può arrivare a trasportare, stipati, oltre 100 migranti per volta.

Le tariffe per questo genere di traversate sono in linea di massima simili a quelle praticate sulla rotta del Mediterraneo centrale. Dalla Mauritania vengono chiesti 1500 euro per arrivare in Spagna, un po' meno dal Senegal, 1300 euro. Entrambe le rotte non vengono garantite nella loro riuscita. Dal Marocco, invece, la tariffa è quasi raddoppiata e si parla di 2600 euro, con 600 euro di anticipo e traversata garantita.

Ora, sembra essere la Spagna il ventre molle e c'è da capire se le Ong sposteranno il loro raggio di azione con una maggiore presenza sul versante atlantico. La politica spagnola su questo genere di navi è piuttosto stringente e poco amichevole: permette loro di avere porti per il rimessaggio ma lo sbarco è osteggiato.

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