"Violano la Costituzione": la sfida del miliardario Usmanov alle sanzioni tedesche

Per Alisher Usmanov, miliardario uzbeko spesso residente in Germania, l'inclusione nelle sanzioni europee viola la Costituzione tedesca: il magnate ha fatto ricorso sostenendo di non aver avuto alcuna responsabilità nell'invasione dell'Ucraina

"Violano la Costituzione": la sfida del miliardario Usmanov alle sanzioni tedesche

Alisher Usmanov, miliardario uzbeko incluso nella lista di persone colpite da sanzioni dopo lo scoppio della guerra russo-ucraina, sta preparando un ricorso alla Corte Federale Costituzionale di Karlsruhe, in Germania, per protestare contro un'inclusione a suo avviso ritenuta illegittima. Il magnate della metallurgia, accreditato prima della guerra di un patrimonio di oltre 14 miliardi di euro, ritiene che non avendo avuto ruolo alcuno nella programmazione e nella messa in campo dell'invasione russa dell'Ucraina la sua messa ai margini delle opportunità di business e l'impossibilità a mettere piede sul suolo europeo siano arbitrarie.

Al giurista tedesco Dietrich Murswiek è stato richiesto dall'ambasciata dell'Uzbekistan in Germania di redigere un verbale riguardante il caso Usmanov nei confronti del massimo tribunale della Germania a sostegno della causa dell'imprenditore che ritiene illegittime le sanzioni nei suoi confronti e ha appellato a Karlsruhe. Il motivo del ricorso presentato sul suolo tedesco, ricorda il Suddeutsche Zeitung, è legato al fatto che prima della guerra Usmanov risiedeva a lungo durante l'anno in una tenuta presso le montagne di Tegernsee, in Baviera. Da allora Usmanov vive stabilmente a Taskhent, capitale dell'Uzbekistan, e in virtù della sua vicinanza al presidente Vladimir Putin gli è stato sequestrato il maxi yacht da 156 metri valutato mezzo miliardo di euro, il "Dibar",ufficialmente di proprietà della sorella e oggi sotto sigillo ad Amburgo.

Il ricorso sul Usmanov si fonda sulla volontà di ribadire che le sanzioni ad personam dell'Europa violino la "dignità umana" e soprattutto "il principio di responsabilità individuale della Costituzione tedesca". In altre parole: Usmanov può essere stato socio in affari di molti oligarchi russi, ha in passato avuto un rapporto positivo con Putin ma con la guerra non c'entra nulla. E non può essere punito per il suo scoppio con il congelamento di beni, asset e opportunità di business.

Murswieck è affiancato nella causa da Peter Gauweiler, avvocato di Monaco e a lungo esponente della Csu, il partito che da decenni governa la Baviera ed è la costola locale della Cdu, ai massimi livelli. I due vogliono difendere la posizione di Usmanov facendo leva sull'assenza di addebiti a monte che possano giustificare la sua presenza nella lista dei sanzionati a meno della volontà di rendere i magnati "ostaggi della politica estera" come "strumenti per fare pressione" sul Cremlino e Putin.

Il ricorso, qualora dovesse andare in porto, sarà di peso. Tanto che anche la prestigiosa Suddeutsche Zeitung ne ha parlato con attenzione: "Se i giudici di Karlsruhe si schiereranno dalla parte di Usmanov, una tale decisione funzionerà a favore di tutti gli altri miliardari, oligarchi e uomini d'affari pro-Cremlino che sono caduti sotto le sanzioni dell'Ue. La domanda è fondamentale: quanto sono efficaci le misure contro quei super-ricchi che, secondo l'Ue, sostengono il sistema di Putin, contribuendo così almeno indirettamente alla guerra contro l'Ucraina?".

Quesito che secondo Usmanov e i suoi legali si infrange di fronte alla necessità di provare le accuse contro un soggetto prima di poterlo sanzionare o punire. E il ricorso di Karlsruhe può aprire, in quest'ottica, un precedente importante.

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