Si è spenta, all’età di 98 anni, Rosa Scafa, meglio nota come la prima poliziotta d’Italia.
La sua storia al servizio dello Stato è cominciata nel lontano 1957 e all’inizio è stata la storia di tanti meridionali che, nel secondo dopoguerra, lasciavano il Mezzogiorno per cercare fortuna al Nord. Scafa aveva solo 22 anni quando nel 1947 è andata via da Vibo Valentia, sua città d’origine, per raggiungere Trieste, ai tempi ancora sotto il controllo degli Alleati, dove ha potuto ricongiungersi con i suoi cari, già emigrati qualche tempo prima, e mettersi alla ricerca di un buon lavoro.
I primi anni nella città ancora ai tempi contesa tra Italia e Jugoslavia non sono stati semplici. Scafa per molto tempo ha fatto fatica a trovare un impiego che le potesse dare modo di contribuire alle spese familiari e di condurre una vita dignitosa. La svolta è arrivata nel 1951 quando le si è presentata l’opportunità di partecipare ad un corso con altre 22 donne avendo avuto così la possibilità, l’anno dopo, di arruolarsi nella Polizia dove rimase in servizio fino al 1985, 33 anni di carriera.
Scafa ha raccontato in un’intervista del 2020 all'Agi: "Mi sono innamorata dalla Polizia ed è stato bellissimo. Facevo parte della Polizia civile di Trieste con il Governo Militare Alleato di allora e quando nel 1954 è venuta Italia a Trieste noi avevamo la possibilità di scegliere: o un ruolo civile analogo a quello che avevamo prima oppure entrare nella Polizia Italiana appena creata". Nella stessa intervista ha spiegato che dopo aver svolto svariati lavori d’ufficio si era stufata della scrivania e delle facce di ogni giorno e il lavoro nelle forze dell’ordine le ha dato l'opportunità di fare una vita più avventurosa: “Quindi ho pensato di entrare in Polizia, cioè nella Pubblica Sicurezza, dove avrei avuto un ruolo e una vita più attiva che sicuramente faceva meglio al mio temperamento. Quando sono entrata non ero l’unica, ma assieme ad altre donne, ad altre che poi sono diventate mie colleghe, ma io ho ricevuto per prima dal Ministero l’investitura da Poliziotta e quindi ad essere nominata la prima agente di Polizia in Italia”.
Negli anni della sua carriera Scafa si è spesso occupata di maltrattamenti su minori e donne, per poi lavorare nel servizio speciale assistenza ai dipendenti e ai loro familiari. Nel 2010 è stata insignita di un premio per la ricorrenza del 50esimo anniversario dell’ingresso delle donne nella Polizia di Stato.
Il Questore di Trieste, Pietro Ostuni, la ricorda così: "Siamo più che addolorati, Rosa Scafa per noi era un'istituzione.
L'avevo incontrata prima di Natale, ero andato a casa sua per farle gli auguri e ho trovato una donna forte, intelligente, motivata nonostante la sua età. Per noi è stata un punto di riferimento e un esempio, che dovremo seguire e conservare dentro di noi. La sua morte ci addolora particolarmente"
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