Incendio al carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, dove un materasso ha preso fuoco all’interno di una cella, causando l'intossicazione di tre agenti di polizia penitenziaria. Sono stati trasportati in codice giallo in ospedale ma le loro in condizioni non sarebbero gravi. Secondo quanto riferito dai vigili del fuoco i poliziotti presentavano anche delle contusioni. Lo scorso 25 dicembre, sempre dal carcere minorile milanese, erano evasi sette detenuti, tutti erano stati poi catturati o erano rientrati spontaneamente nei giorni successivi.
Cosa è successo
Come reso noto dai pompieri, l'episodio di oggi, la cui dinamica si sta ancora cercando di ricostruire con esattezza, si è verificato poco dopo la mezzanotte e i vigili del fuoco, che sono intervenuti con quattro mezzi e un'autoscala, sono riusciti a domare le fiamme in tempi brevi. Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sappe, il sindacato autonomo polizia penitenziaria, ha espresso la sua vicinanza e solidarietà ai poliziotti del Beccaria. "Ieri sera, verso le 23, un minore detenuti ha pensato bene di dare fuoco alla sua cella. Il personale di polizia che è tempestivamente intervenuto è rimasto intossicato ed è dovuto ricorrere alle cure del Pronto Soccorso del nosocomio cittadino. Risultato dei disordini di ieri sera è ben 4 agenti intossicati con prognosi che vanno dai 7 ai 9 giorni. Non si placa dunque la situazione del carcere minorile di Milano, ove ancora la situazione non sembrerebbe affatto tornata alla normalità. Il Sappe esprime la propria solidarietà ai 4 baschi azzurri intossicati e auspica in una celere risoluzione delle criticità che vi sono al Beccaria", ha affermato Greco.
Gennarino De Fazio, segretario Generale della Uilpa polizia penitenziaria, ha dichiarato: "Apprendiamo, ancora in maniera frammentaria, che nella tarda serata di ieri un ristretto nell'istituto penale per minorenni 'Cesare Beccaria’ di Milano ha appiccato un incendio, dando fuoco al materasso della propria camera, a seguito del quale tre appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria intervenuti anche per mettere in sicurezza i detenuti sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso per lievi intossicazioni e contusioni. Ciò conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che i fatti di Natale, con la clamorosa evasione multipla, non costituivano un episodio isolato; tali accadimenti sono palesemente la sintomatologia di un sistema patologico che va celermente curato e sanato".
L'invito al ministro della Giustizia
Per De Fazio "non bastano le indicazioni della direzione generale del personale, delle risorse e per l'attuazione dei provvedimenti del giudice minorile, la quale, facendo ciò che può con le risorse di cui dispone, dà l'impressione più di volersi mettere a posto con le carte che non quella di poter affrontare compiutamente le molteplici criticità. D'altronde, il Dipartimento per la giustizia minorile e di Comunità, dopo il pensionamento di Gemma Tuccillo, è privo del suo vertice, che il Governo non ha ancora nominato".
Il segretario ha poi invitato "nuovamente il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che dopo le prime uscite fatte nelle carceri, al di là dei proclami, sembra essersi disinteressato alla materia, a 'intercettare’ il fortissimo disagio che si registra nei penitenziari, per adulti e minori, e ad aprire un confronto con le organizzazioni sindacali, con l'auspicio che possa
favorire l'individuazione di misure immediate e di un percorso riformatore. Al Governo, chiediamo di rompere gli indugi e di procedere alla nomina del capo del dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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