Una morte da chiarire quella di un 33enne che è andato in ospedale a Latina lamentando un forte mal di testa, è stato dimesso e il giorno successivo è morto dopo essere andato in un ospedale di Roma. La procura di Latina, su denuncia dei familiari, ha aperto un’inchiesta.
Il mal di testa lancinante e la Tac fatta in ospedale
Il primo accesso al pronto soccorso di Latina di Adelmo Iosca avviene il 14 marzo attorno alle 19, come racconta Latina Oggi. Il giovane lamenta un forte mal di testa e altri sintomi, tra i quali nausea e pressione alta. Il medico di turno lo sottopone a una terapia che fa calare la pressione arteriosa e calma il mal di testa. Dopodiché lo dimette senza effettuate esami diagnostici più approfonditi su quel mal di testa che lo tormentava da ore. Poche ore dopo, tornato a casa, Adelmo accusa nuovamente forti dolori alla testa e i familiari chiamano il 118 che lo porta nuovamente al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Stavolta i medici si accorgono subito della gravità della situazione e verificano la presenza di una emorragia cerebrale. Il 33enne viene a questo punto trasferito in eliambulanza presso il policlinico Gemelli di Roma ma le sue condizioni sono disperate. I medici lo sottopongono a un intervento chirurgico d’urgenza per tentare di ridurre l’emorragia. Ma dopo due giorni di terapia intensiva, il cuore di Adelmo ha smesso di battere.
I familiari ora chiedono chiarezza
La vicenda è finita al centro di un’indagine della procura che ha aperto un fascicolo per accertare che il trattamento sanitario ricevuto dal 33enne sia stato idoneo. Gli inquirenti stanno acquisendo le cartelle cliniche degli accessi al pronto soccorso di Latina e quelle del Gemelli per avere un quadro della situazione completo sulla vicenda.
I familiari in particolare lamentano la mancata esecuzione di un accertamento diagnostico al primo accesso in pronto soccorso e vogliono capire se questo avrebbe permesso di prevenire l’emorragia cerebrale massima riscontrata la mattina seguente.
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