Disabili, allarme nel Napoletano: assistenza a rischio per 150 bambini

I bambini disabili che si sottopongono a terapie presso l’Aias di Afragola rischiano di trovarsi improvvisamente senza la possibilità di usufruire di trattamenti

Disabili, allarme nel Napoletano: assistenza a rischio per 150 bambini

Sono circa 150 i bambini disabili che in queste ore rischiano di perdere l’assistenza presso il centro di riabilitazione dell’Aias situato ad Afragola, nel Napoletano. Il tutto, come si legge in una circolare affissa nella struttura, a causa di un contenzioso. A rendere nota la vicenda, attraverso un comunicato, è "La Battaglia di Andrea", associazione che da anni di batte per i diritti dei diversamente abili.

"Le motivazioni non ci sono state rese note- ha spiegato Asia Maraucci, presidente dell'associazione - ma sicuramente saranno legate all'unica motivazione che muove il mondo, il dio danaro, poiché in un suo comunicato l'Aias di Afragola ha apertamente detto che non hanno la forza economica per garantire il prosieguo delle prestazioni ad almeno 150 utenti". La stessa Maraucci ha evidenziato che nel centro ci sono tantissimi bambini che ogni giorno "hanno bisogno delle loro terapie per non regredire e notizie del genere sono una doccia fredda per tutti".

Un problema per i piccini ma anche per le rispettive famiglie che già devono affrontare una situazione difficile e che forse saranno costrette a trovare una nuova soluzione per permettere ai figli di sottoporsi alle terapie. Ma non questo sarebbe tutto. Perché Luigi Concilio, vicepresidente de "La battaglia di Andrea", in un messaggio inviato a ilGiornale.it ha affermato che esiste la possibilità che anche gli altri genitori di pazienti disabili possano non recarsi più presso la struttura. “Quindi – ha spiegato- sarebbe un’emergenza di 1200 bambini".

L’associazione si è già mossa per tentare di trovare una soluzione. "La battaglia di Andrea" ha contattato la direzione dell'Asl Napoli 2 attraverso una Pec."Essere dimessi dall'Aias – ha sottolineato ancora la Maraucci - significa rimetterci in lista d'attesa presso altri centri e non sapere nemmeno se e quali ci accetteranno". Vi è anche un altro elemento da non sottovalutare. Secondo il presidente dell’associazione cambiare terapisti "così improvvisamente espone i bambini a un gravissimo rischio di regressione". Per questo motivo l’associazione ha chiesto "con tutto il cuore" di trovare una soluzione al problema. "Una soluzione che faccia innanzitutto il bene dei piccoli".

Non è sola "La Battaglia di Andrea" in questa vicenda. Nelle ultime l’associazione ha ricevuto un prezioso sostegno dall'attivista Sasà Scarpa e di un gruppo di quasi 200 genitori di pazienti dell'Aias.

La nota dell’Aias

In merito a questa delicata vicenda è intervenuta direttamente la direzione della struttura. Ciro Salzano, direttore generale Aias, ha diffuso un comunicato nel quale spiega la situazione. Nel documento si spiega che "da sempre, l'Aias di Afragola, ha evidenziato l'errato fabbisogno riabilitativo redatto dalla Asl Napoli 2 nord, ottenendo dal Tar nel dicembre 2019 una sentenza di invito alla Asl di rivedere il fabbisogno. La Asl reiterò gli stessi valori con un’ ulteriore determina. La reale necessità degli utenti è data dalle prescrizioni dei medici fiduciari della Asl".

Nello stesso comunicato si ricorda che l’Aias di Afragola "per propria natura, non può sottrarsi a dare risposte, specie a minori 0/5 anni, cui un intervento tempestivo produce un recupero più efficace. Da sempre, in particolare, negli ultimi due anni, abbiamo prodotto istanze alla direzione strategica della Asl, al fine di istituire un tavolo di concertazione per rispondere alle sempre più numerose istanze da parte dei genitori, responsabilizzandoci anche ad una riduzione del costo della tariffa". Eppure, si annuncia ancora nel comunicato, "mai alcuna risposta è pervenuta. È chiaro che per l’Aias di Afragola l'unica strada percorribile è ricorrere alla giustizia per essere riconosciuto il lavoro svolto”. Inoltre “tre giorni fa è uscita la sentenza della Corte di appello che rigettando le pretese dell'Aias di Afragola, dichiarando inammissibile il ricorso, motiva la decisione con un motivo che lascia esterrefatti di cui dobbiamo farci una ragione, perché le sentenze si rispettano. Che i beneficiari di tali prestazioni vanno individuati negli assistiti dal servizio sanitario nazionale e non già nelle aziende sanitarie locali".

Pertanto, si spiega ancora nel documento, ciò significa che la Asl "compra x prestazioni, ulteriori necessità, sopravvenute se riconosciute dai medici prescritto piuttosto che dall'ospedale devono aspettare oppure pagare e rivalersi presso il SSN e non il SSR. Significa che la Asl anche sottostimando una necessità che attiene a minori 0/5 anni e non solo, pagherà solo quanto ritiene giusto pagare rispetto al fabbisogno valutato". Si afferma, inoltre, che di fronte a tale situazione "con una criticità economica sopravvenuta per aumento di costi, compreso i salari del personale dipendente, ha dovuto per responsabilità comunicare alla Asl che i pazienti in soprannumero determinanti l'extratetto dovranno essere riallocati in altre strutture e chiedendo di ricevere comunicazione circa tale modalità da applicare. Significa dimissioni dall'Aias di Afragola di circa 150 pazienti".

Nel documento si sottolinea che si aspetta "ancora dalla Asl comunicazioni in merito. La valutazione sulle non risposte nasce spontanea, non rispondiamo, risolve i problemi ai pazienti, e durante i giudizi gli rispondiamo perché hai fatto i trattamenti, avevi un contratto per un numero inferiore! Contratti sempre contestati evidenziandone la criticità perché non corrispondenti al fabbisogno, costretti a firmare per non vedersi bloccati i pagamenti , clausola inserita nei contratti.

L'Aias di Afragola, oggi, non desidera scendere sul terreno della polemica, desidera solo precisare che la tutela della salute del cittadino tocca garantirla alla Asl, che, purtroppo, non si è più in grado di sopperire a tale emergenza". "Si reitera l'invito alla responsabilità della Asl- si legge a conclusione del comunicato- a prendersi in carico i pazienti e garantire loro il prosieguo dei trattamenti riabilitativi".

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