Polina Kochelenko, la 35enne ex modella di origini russe morta annegata il 16 aprile del 2021, è stata forse uccisa. Non si sarebbe trattata di una morte accidentale quella avvenuta mentre la donna, addestratrice cinofila laureata in legge ed esperta nuotatrice, stava facendo correre i cani del centro cinofilo per le campagne della Lomellina nella zona di Valeggio. La giovane è sicuramente annegata, come assicurato dal medico legale e confermato dalla Procura, ma qualcosa non torna. Sapeva nuotare bene eppure è morta in pochi centimetri d'acqua, in un canale d'irrigazione artificiale. La Procura di Pavia aveva chiesto l'archiviazione del caso, sostenendo appunto la causa accidentale, seguendo l'ipotesi che Polina fosse caduta in acqua nel tentativo di salvare i cuccioli.
Il possibile movente
Lo scorso giugno il giudice delle indagini preliminari ha però rimandato gli atti al pubblico ministero chiedendo venissero fatti approfondimenti. A fronte di questa richiesta gli inquirenti hanno quindi modificato il reato da omicidio colposo a volontario, come ha confermato il procuratore Fabio Napoleone. A questo punto l'inchiesta verrà estesa e potranno essere utilizzate anche eventuali intercettazioni. Le indagini intanto proseguono e per ora non c'è nessun nome iscritto nel registro degli indagati. Gli inquirenti hanno ricordato che la nuova accusa non è recente e che è la naturale conseguenza della decisone presa dal giudice. La madre della 35enne, Alla Vladimirovna Kochelenko, si era opposta all'archiviazione del caso, certa che ci fosse qualcuno con la figlia quel giorno, forse il suo killer. Anche perché la coppia di pastore tedesco che Polina aveva quel giorno non è stata ritrovata, mentre gli altri quattro cani sì. Forse proprio i cuccioli di cane sono il movente dell'omicidio. "Mia figlia aveva valutato i cuccioli fino a 30mila euro. E che li addestrava anche in acqua, visto che lei sapeva nuotare bene", ha spiegato al madre, assistita dall'avvocato Tiziana Barella, come riportato dal Corriere.
Cosa non torna
Il legale si è affidato all'esperienza dell'ingegnere Fabrizio Vinardi, docente di Ingegneria forense all'Università di Torino, per poter ricostruire i fatti. Sul luogo del ritrovamento c'erano tutti gli effetti personali della donna, disposti ordinatamente: il cellulare, due auricolari, le chiavi di casa, i guinzagli. "Se l'ipotesi è quella del tragico tentativo di salvare un cucciolo possibile che prima di buttarsi posi così gli oggetti sul terreno?", si chiede l'avvocato. Secondo l'ingegnere, Polina potrebbe essere caduta in acqua solo cento metri prima del luogo dove è stato ritrovato il corpo, incastrato nella chiusa. Qualcuno potrebbe poi aver riposizionato gli effetti personali della donna circa 700 metri più a monte, cercando di simulare una caduta volontaria. Questo viene chiamato staging, messa in scena per depistare.
Sulla parte sinistra del corpo sono state rinvenute delle piccole lesioni e il vestito era strappato sempre sul lato sinistro. "Potrebbe essere stata trattenuta sott'acqua in vicinanza della riva". Il medico legale, che ha escluso atti violenti, ha spiegato che "dall'esame non emergono ferite da corpo contundente ma solo da urti". Anche questa conclusione aveva portato la Procura a chiedere l'archiviazione del caso. Polina si sarebbe lanciata nel canale per salvare i cuccioli ma sarebbe annegata. Due cani però, proprio i pastori tedeschi, non sono stati ritrovati.
C'è anche un uomo, che frequentava la giovane nell'ultimo periodo, che è scomparso nel nulla e di cui non si conosce il nome. I vicini di casa della 35enne hanno detto di averlo visto diverse volte mentre guidava una monovolume di colore grigio o azzurro chiaro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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