"Si dimetta", "Non serve". Il Pd tira dritto sul sindaco di Cecina

"Io resto sindaco, la maggioranza c'è" dichiara Simone Lippi, sindaco di Cecina, trovato ad acquistare cocaina. L'opposizione chiede le dimissioni ma il Pd - a meno di un anno dalle elezioni - tira dritto: "È una vicenda personale"

"Si dimetta", "Non serve". Il Pd tira dritto sul sindaco di Cecina
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Riparbella, Pisa: è tra le colline di questo piccolo comune toscano che è stato trovato dalle forze dell’ordine il sindaco di Cecina mentre stava acquistando da alcuni spacciatori della cocaina. È successo qualche giorno fa e la dose ritrovata è stata considerata “per uso personale”, quindi per le autorità si tratta solo di un illecito amministrativo. Un fatto personale, sicuramente, che però essendo Simone Lippi l’amministratore della città balneare vicino Livorno assume per forza di cose una connotazione tutta politica che il Pd - il partito a cui appartiene il sindaco - sminuisce. “Non ci sono le condizioni per sciogliere il Consiglio Comunale di Cecina, anche se il Sindaco Samuele Lippi è stato fermato mentre acquistava cocaina per uso personale”: questa la tesi dei dem che fanno riferimento al Testo Unico degli Enti Locali. Il tutto confermato anche dal prefetto di Livorno che è stato contattato dal Sindaco di Cecina parlando di “impedimento temporaneo”.

La strategia della sinistra è quella infatti di allungare il brodo e di mettere in mano, come sta succedendo, tutta l’amministrazione al vicesindaco - anche lui dem - Antonio Giuseppe Costantino, scongiurando così la possibilità di elezioni anticipate e restando attaccati alla poltrone almeno fino alle prossime, vicine, elezioni del 2024. Costantino, per altro, è uno dei candidati di spicco proprio della carica a sindaco l’anno prossimo. Di dimissioni infatti nemmeno si parla a sinistra, nonostante l’opposizione le richieda a gran voce dichiarando a Il Tirreno che sono “sciacalli quelli che lo hanno lasciato amministrare in queste condizioni”. Il passo indietro però è escluso: “Non ho dubbi che qualcuno chiederà le mie dimissioni, ma che io non mi dimetta è altrettanto indubbio. La giunta va avanti, la maggioranza c’è. Ciò che è successo una vicenda strettamente personale” dichiara infatti Lippi alla cronaca locale de Il Tirreno. E ancora: “Io resto sindaco. Ho chiesto scusa e farò il mio percorso di riabilitazione, cos’altro devo fare?”

Subito dopo l’accaduto è stato proprio Lippi a confessarsi sulla sua pagina Facebook scrivendo di aver commesso un errore, di “essere caduto” e che da ora in poi si prenderà un periodo per la riabilitazione. Se da una parte il percorso personale di Lippi in quanto uomo non ci riguarda minimante, dall’altra è quantomeno bizzarro che le conseguenze di un’abitudine così pericolosa venga bypassata dalla politica, da un Pd che in questo caso dà la precedenza a non urtare la sensibilità di una persona in difficoltà invece di tutelare il buon esempio, che per chi fa questo mestiere dovrebbe essere la priorità.

No alla droga e a maggior ragione no a qualsiasi moderazione nella lotta al suo utilizzo da parte del personale politico”, riferisce invece la Lega, nelle parole di Lorenzo Gaseprini - Vice Segretario Pronvinciale a Livorno in un comunicato stampa in cui si chiede anche “sin da subito agli alleati di seguirci e anche alla sinistra il coraggio di tutelare la dignità delle istituzioni: sfiducia immediata”. Alla richiesta si uniscono anche Forza Italia e Fratelli d’Italia, ma i dem no, in quanto “si vuole valutare la vicenda con calma senza subire l’onda dell’emotività”.

Il Pd ha ormai scelto, durante una lunga riunione con il responsabile regionale Stefano Bruzzesi, che non sfiducerà Lippi. La motivazione è che la legge non prevede la decadenza dell’assemblea e che, quindi, l’amministrazione andrà avanti con il vicesindaco. Nel mentre l’ancora sindaco Lippi annuncia, sempre alla cronaca locale de Il Tirreno: “starò lontano per molto tempo” e che da subito “passerò un periodo con la famiglia”. Il terremoto legato alla droga, per quanto non riguardi l’ambito penale considerate la quantità, dimostra però - ancora una volta - quel Pd che, oltre agli slogan, sembrerebbe in grado di passare sopra a tutto pur di non scollarsi dalle sedie del potere. La vicenda ha mostrato anche una forte instabilità tra i dem: c’è infatti la corrente del partito legata a Bonaccini che chiede un passo indietro a Lippi, in nome dell’etica e del rispetto. L’altra, quella più “radicale” e affiliata alla nuova battagliera Schlein non demorde e continua dritta per la propria strada.

E’ chiaro che a meno di un anno dalle elezioni la sfiducia del sindaco getterebbe i dem in un baratro elettorale difficilmente recuperabile, con un quasi sicuro commissariamento per questo lasso di tempo. La logica elettorale non tradisce, i paladini dei diritti umani però sì: ancora una volta.

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