"Inagibili, vanno chiusi". Gualtieri inchiodato sui campi rom

Il sindaco della Capitale ha ricevuto una lettera da parte del dipartimento Lavori pubblici, che elenca tutte le criticità rilevate

"Inagibili, vanno chiusi". Gualtieri inchiodato sui campi rom

L'allarme al sindaco di Roma è arrivato forte e chiaro: i campi nomadi sono fortemente a rischio, quindi il dipartimento Lavori pubblici del Comune ne chiede urgentemente la chiusura. E lo fa attraverso una lettera indirizzata proprio a Roberto Gualtieri, all'interno della quale vengono sottilineate tutte le criticità rilevate dai tecnici sul territorio.

Come ricordato da Il Messaggero, nella Capitale proporre una soluzione del genere non è una prassi inusuale: tuttavia, solitamente, questa arriva più che altro dal mondo politico, dalle istituzioni europee o, tuttalpiù, dalle associazioni di volontariato. Stavolta, invece, l'allarme proviene dagli uffici comunali, nello specifico proprio da quel Dipartimento che si occupa a Roma della manutenzione ordinaria e straordinaria dei campi nomadi regolari.

L'allarme

"Tutti i Villaggi della Solidarietà di Roma Capitale non sono agibili e pertanto è necessario allontanare gli occupanti dai moduli trovando altre forme alloggiative": i tecnici non usano giri di parole per descrivere una situazione allo sbando. Al punto da arrivare addirittura a declinare "ogni responsabilità per scelte diverse operate dall'Amministrazione". L'avviso non è fraintendibile: qualunque disgrazia dovesse succedere all'interno di questi campi, la responsabilità ricadrà su chi non ha provveduto a chiuderli come richiesto dal dipartimento Lavori pubblici.

Gualtieri, a una settimana dalle elezioni regionali, si sente con le spalle al muro. Secondo indiscrezioni riportate da Il Messaggero, il primo cittadino dem avrebbe già richiesto un incontro urgente col prefetto per definire la risoluzione del problema. Dopotutto si parla di trovare una sistemazione a migliaia e migliaia di persone. Una sorta di dejà-vu, tuttavia, dato che la stessa Virginia Raggi aveva ricevuto comunicazione di suddette criticità tramite una lettera già nel 2017.

Nella missiva indirizzata a Gualtieri i tecnici rimarcano ogni genere di problematica: "Gli impianti elettrici non risultano a norma (e non risulta che siano mai state acquisite le necessarie certificazioni); i presidi e gli impianti antincendio non sono presenti o inutilizzabili in quanto oggetto di continui danneggiamenti e manomissioni; le fognature vengono ripetutamente ostruite; si verificano continue perdite idriche dovute a manomissioni delle reti e inadeguatezza delle stesse; infine è presente un grande quantitativo di rifiuti che oltre a essere causa del proliferare di ratti, costituisce causa dell'otturazione delle linee fognarie".

Per quale motivo si sta valutando una soluzione alternativa? Innanzitutto perché, spiegano i tecnici, servono almeno 5 milioni di euro per ripristinare la situazione entro i parametri di sicurezza. Qualora si decida di non chiudere fin da subito i Villaggi, il Dipartimento suggerisce di presidiare "i quadri elettrici al fine di impedire l'allaccio incontrollato e le aree intere per impedire o sversamento dei rifiuti".

L'affondo di FdI

Non pare per nulla sorpreso dall'allarme lanciato dai tecnici Federico Rocca (FdI), presidente della Commissione Trasparenza. "Quello che denuncio da anni sui campi rom ora è esploso e Roma rischia una vera e propria emergenza. I campi dovrebbero essere chiusi ora", dichiara il rappresentante di Fratelli d'Italia,"poiché con la certificazione di inagibilità da parte degli uffici e Gualtieri non può più far finta di nulla".

Il sindaco è in grossa difficoltà, spiega Rocca, dato che ha disertato l'ultimo Consiglio straordinario sui campi rom voluto dal suo partito. "Adesso dovrà necessariamente andare dal Prefetto per dire come gestire la situazione visto che nei 6 villaggi della solidarietà vivono quasi 3000 persone che non possono restare a vivere lì", prosegue Rocca.

"Il sindaco non pensi di utilizzare le case popolari per far fronte a questa emergenza o di cavarsela nascondendo la polvere sotto al tappeto. È ora delle scelte e i campi rom devono essere chiusi", conclude.

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