In Italia, ormai è chiaro, sta succedendo qualcosa di strano. Una settimana fa a Roma un ladro si è intrufolato in una casa per rubare, ma si è fermato a leggere un libro e lo hanno arrestato. Ieri invece a Milano un misterioso cliente è entrato nella centralissima libreria Hoepli e ha acquistato tutti i libri esposti in vetrina: 200 volumi per un costo di 10mila euro.
Sono state le uniche due volte dagli anni '80 a oggi in cui la stampa italiana ha usato la parola «libro» fuori dalle pagine culturali. È già qualcosa.
Per il resto, stiamo al caso di Milano. Escluso che si tratti di una trovata pubblicitaria (una libreria storica come Hoepli non ne ha bisogno), c'è da chiedersi chi e perché ha comprato 10mila euro di libri a caso. Escludiamo le persone colte (a Milano una decina) che non comprano i libri al metro. Restano però tutte le altre. Forse è un benefattore che vuole regalarli a una scuola per invitare alla lettura (difficile: in vetrina c'erano anche libri di influencer e tiktoker...). Forse uno scenografo che deve allestire il set di uno di quei film della Archibugi o con la Rohrwacher, con le case degli intellettuali di sinistra piene di libri. Intonsi. Però per una cosa del genere sarebbe andato alla Feltrinelli.
No, forse l'acquirente è un interior designer che deve riempire gli scaffali del nuovo appartamento della Rohrwacher o dell'Archibugi.Mah. Più facile che sia lo stesso ladro beccato sul fatto una settimana fa. Sta per entrare in carcere - l'unico posto dove ormai si legge - e ha fatto scorta.
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