Legata, picchiata e costretta al silenzio con un cavo del telefono stretto attorno al collo: "Se gridi, ti ammazzo". È l'orrore che si è consumato in un albergo alla periferia di Desio, cittadina nella provincia di Monza e Brianza, pochi giorni fa. La vittima, una 30enne rumena, di professione escort, è stata trovata in stato di choc nella camera del motel. Il presunto aggressore si chiama Michele Gruosso ed è il figlio di "lady Coumadin": assieme alla madre tentò di uccidere il secondo marito di lei somministrandogli dosi massicce di un potente anticoagulante.
Il motel in periferia
I fatti risalgono a qualche giorno fa. A lanciare l'allarme ai carabinieri sarebbe stata la coinquilina della vittima. La 30enne, giunta in Italia dalla Romania, aveva riferito all'amica di dover incontrare un cliente in un motel alla periferia della città. A tarda notte, però, non si era ancora fatta viva. A quel punto, la compagna di stanza ha provato a raggiungerla al cellulare ma le chiamate andavano a vuoto. Dunque, è scattata la segnalazione di scomparsa ai militari dell'Arma.
L'orrore sulla escort
Raggiunto l'abergo, i carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno passato al setaccio ogni singola camera della struttura. Finchè non hanno sentito dei lamentii provenire dal fondo di una stanza. Quando hanno spalancato la porta, si sono imbattutti in una scena a dir poco raccapricciante: la donna era legata ai piedi del letto, con il corpo completamente segnato dai lividi e un cavo del telefono legato attorno al collo. Il presunto aggressore è stato subito arrestato e condotto in carcere.
Chi è l'aggressore
Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, il cliente avrebbe costretto la 30enne ad assumere cocaina prima di un rapporto sessuale, salvo poi umiliarla e picchiarla brutalmente. L'uomo, che in un primo momento aveva tentato di eludere l'intervento dei carabinieri, è stato identificato: si tratta di Michele Gruosso, già noto alle forze dell'Ordine e con gravi precedenti penali. Come ben ricorda il Corriere della Sera, nel 2021, la Corte d'Appello dell'Aquila condannò Gruosso a 12 anni e 8 mesi di reclusione per aver tentato di uccidere il secondo marito della madre, Daniela Lo Russo, meglio nota alle cronache come "Lady Coumadin".
I due somministrarono al malcapitato (un imprenditore di Pescara) dosi massicce di un farmaco anticoagulante nel tentativo - ricostruì al tempo l'accusa - di procuragli un'emorragia interna, fatale. Lo Russo è morta suicida in carcere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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