I giganti della logistica Brt e Geodis saranno sottoposti ad amministrazione giudiziaria per un anno dopo i 126 milioni abbondanti che erano stati loro sequestrati. Lo ha stabilito la sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano, che ha così accolto la richiesta del pubblico ministero Paolo Storari. Stando alle indagini del nucleo di polizia economico-tributaria della Guardia di Finanza, le due multinazionali – entrambe a controllo francese – sono accusate di frode fiscale e caporalato.
Per gli inquirenti milanesi dietro ai prezzi di mercato, oltremodo competitivi, ci sarebbe l'utilizzo di quello che viene comunemente chiamato "serbatoi di manodopera", ovvero delle società cooperative con le quali Brt e Geodis sarebbero riuscite a consolidare la propria forza lavoro senza però bisogno di assumere veramente i dipendenti. Una prassi che porta un risparmio del costo del lavoro e cancella così tutte le eventuali controversie sindacali. A farne le spese sarebbero poi gli stessi lavoratori sottopagati e sottoposti a orari e ritmi di lavoro estenuanti, facendoli transitare da una società all'altra.
La nota della Gdf su Brt e Geodis
"Il Tribunale di Milano, stante la gravità e il perdurare delle situazioni accertate, le imponenti dimensioni aziendali in termini di fatturato e lavoratori impiegati, ha ritenuto necessario - si legge in una nota della GdF - l'intervento dell'autorità giudiziaria per consentire un controllo sugli organi gestori delle due multinazionali". Con questo sistema, con il trasferimento della manodopera da una cooperativa all'altra, sarebbe stato omesso il versamento dell'Iva e, nella maggior parte dei casi, gli oneri di natura previdenziale e assistenziale nei confronti dei lavoratori.
L'indagine del nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF di Milano dapprima fu incentrata sulla frode fiscale tramite fatture per operazioni inesistenti e contratti di appalto che simulavano la somministrazione di manodopera. Poi, per l'appunto, sul settore dei trasporti: qui è emerso lo sfruttamento sistematico di varie migliaia di lavoratori.
I due colossi delle spedizioni sono indagati come società in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti in quanto non avrebbero vigilato sui presunti reati commessi dai loro vertici aziendali.
A questi ultimi sono contestati reati di natura fiscale come l'emissione di fatture per operazioni inesistenti. Tra loro Giorgio Bartolini e Costantino Dalmazio Manti per Brt, e Luigi Francesco Cazzaniga e Fabrizio Airoldi per Geodis.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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