Contro la movida selvaggia i comitati dei quartieri milanesi maggiormente coinvolti stanno facendo fronte comune. I problemi sono quelli ben noti: rumori ben oltre gli 80 decibel consentiti per legge, vetture perennemente parcheggiate davanti agli ingressi dei condomini e altre situazioni poco piacevoli, tra cui l'abbandono di bottiglie e spazzatura sui marciapiedi. I rappresentanti dei cittadini, sempre più esasperati, non chiedono al sindaco di Milano Beppe Sala che vengano chiusi i locali o interdetto agli avventori di trascorrere la serata in bar e ristoranti, ma desiderano che vengano rispettate le regole base del quieto vivere.
L'incontro degli 11 Comitati di quartiere
Nella mattinata di martedì 12 settembre, nella sala Falcone Borsellino del CAM di Garibaldi, si è tenuto l’incontro con i Comitati milanesi No Degrado e Malamovida. Erano presenti: Associazione Proarco Sempione, Associazione Vivisarpi, Comitato Sarpiwest, Comitato Lincoln, Comitato Residenti 5 Vie, Comitato Nolo Residenti, Comitato Archinto, Comitato Garibaldi, Comitato dei Navigli, Comitato Via Melzo e di Via Lambro, Comitato del Lazzaretto. Come primo punto sono stati evidenziati i danni provocati dalla movida attraverso 5 aree critiche: salute, sicurezza, mobilità, economia, futuro. Tutti questi sono argomenti fondamentali per la vita delle persone e sono stati spiegati attraverso l’esperienza dei vari comitati cittadini.
Sala: "Abbiamo permesso troppa libertà"
Proprio prima dell'incontro il sindaco Giuseppe Sala, a margine dell’inaugurazione del “Forum della Cultura. Milano Contemporanea 2023”, aveva toccato il tema della mala movida in diversi quartieri della città meneghina. "Credo che dopo la mezzanotte l'uso dei plateatici debba essere vietato nelle realtà più complesse e faccio un esempio vicino a casa mia, nella zona di Porta Venezia, via Melzo e via Lecco. Si tratta di realtà cittadine dove gli esercizi pubblici hanno una difficile convivenza con la residenzialità. In questi ultimi anni il regolamento di occupazione del suolo pubblico per gli esercizi commerciali è stato un po’ lacunoso, abbiamo permesso troppa libertà di portare bar ed esercizi del genere. Si tratta di un settore in cui non c’è una regolamentazione precisa nel nostro Paese. Non puoi togliere la licenza a chi ce l’ha -ha tenuto a chiarire il primo cittadino- ma quello che ritengo si debba fare, anche nel futuro, è di ribilanciare: non è possibile che in una città ci siano così tanti bar che portano a un rumore eccessivo. Ci vorrà del tempo, ma su una nuova regolamentazione voglio si agisca rapidamente". Il sindaco ha quindi ipotizzato la chiusura dei dehors a mezzanotte.
La delibera di Giunta N. 934 del 30 giugno 2023 con oggetto “Linee di indirizzo per lo sviluppo di soluzioni durevoli, idonee ed efficaci a contrastare e/o mitigare l'inquinamento acustico, il disturbo alla quiete pubblica e gli altri effetti negativi derivanti dalla Movida” è stata giudicata del tutto inefficace dall’unanimità dei comitati. Questo perché è ritenuta "autoreferenziale, destinata al naturale fallimento e antepone le esigenze di socialità e gli interessi economici dei locali al prevalente diritto alla salute dei cittadini; scorretta nel metodo, poiché i comitati sono stati esclusi a priori dai tavoli decisionali; sbagliata nel merito perché dei 15 punti affrontati 14 sono già stati sperimentati senza successo e l’unico punto di novità, ovvero il controllo del numero dei nuovi locali, andrà in vigore dall’estate 2024 e nel frattempo assisteremo alla corsa ad ulteriori nuove aperture".
No a una crociata contro i dehors
Sull'orario di chiusura dei locali Elena Montafia, portavoce del comitato Lazzaretto, ha specificato che non deve diventare una crociata pro o contro i dehors che invece, nelle condizioni giuste, ovvero quando non impediscono passaggi pedonali, non occupano le carreggiate, non vengono dati gratuitamente solo ad alcuni, possono esserci benissimo. La Montafia chiede innanzitutto che davvero il Comune prenda in considerazione i problemi, capendo realmente cosa è la malamovida; che si intervenga sul rumore, che è un danno vero alla salute; sull'uso scellerato dello spazio pubblico; che ci sia un controllo sugli orari. Su questo ultimo punto la portavoce ha però spiegato che la questione non è l'orario: "Il dehor di un ristorante dove i clienti chiacchierano amabilmente senza fare baldoria fino alle tre del mattino non genera alcun problema. L'uso selvaggio dello spazio pubblico non è un tema di orario. Il concetto è sbagliato all'origine. Sì ai dehors dove ci sono condizioni di convivenza civile, e no a quelli dove queste condizioni vengono meno". Senza contare che "la malamovida porta microcriminalità e reati predatori, per questo ovviamente ci aspettiamo che anche il punto di vista della sicurezza sia oggetto di misure specifiche", ha spiegato Montafia.
Cosa chiedono i residenti
Durante l'incontro i comitati hanno chiesto di non essere esclusi a priori dai tavoli decisionali, come invece sarebbe avvenuto fino a questo momento. I comitati chiedono infine tre azioni concrete e immediate: diventare interlocutori istituzionali, al pari di altri enti e associazioni e partecipare ai tavoli decisionali a difesa delle istanze dei cittadini a partire dal diritto alla salute; ottenere garanzia che gli incontri si realizzino con frequenza periodica e che gli interventi siano urgenti, decisi e realizzati attraverso ordinanze di immediata esecuzione; rispetto delle norme esistenti, a partire da quelle relative ai limiti sulle emissioni sonore. Proprio il comitato del Lazzaretto ha avviato una causa civile contro il Comune di Milano, e potrebbe essere seguito presto da almeno altri due comitati, quali Cinque Vie e Nolo, in cui "la situazione è peggiorata".
A destare preoccupazione è soprattutto piazzetta Arcobalena, meglio conosciuta come piazza Spoleto, nel Municipio 2. Il concetto espresso sembra semplice e comprensibile: sì alla movida, rispettando però anche i residenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.