Milano ventiquattr’ore dopo, si è risvegliata con il sole, il cielo azzurro, ma con le strade incerottate dal nastro bianco e rosso, almeno 400 alberi stroncati e chissà quanti pericolanti, auto ancora schiacciate, binari bloccati e centinaia di uomini che si danno il cambio giorno e notte per fare in fretta. «Ora il punto è essere più rapidi possibile nel liberare le strade e i percorsi per il trasporto pubblico», ha commentato ieri mattina il sindaco Giuseppe Sala, dopo il sopralluogo in una delle vie più colpite l’altra notte dal vento che correva a 110 chilometri orari, quel viale Argonne ancora completamente chiuso al traffico diventato un cimitero di alberi, così come molte altre vie dal centro alla periferia. Milano deve ripartire, veloce e per farlo deve fare i conti, ma questa volta i conti sono difficili da fare. E non tanto per gli alberi caduti, piuttosto per capire, individuare e mettere in sicurezza quelli pericolanti, a rischio. Per il momento, spiegano in Comune, impossibile capire quanti, quali e dove sono. L’urgenza è sulle strade, sui binari dei tram. «Strade e rete del trasporto potranno essere ripristinati in pochi giorni - ha spiegato il sindaco Sala - il problema che richiede più tempo riguarda i parchi». I parchi infatti per ora restano chiusi dietro quei «cerotti» bianchi rossi che non riescono a coprire le ferite del nubifragio esploso nella notte tra lunedì e martedì.
Anzi, stanno lì quasi a evidenziarle. Tutt’intorno il lavoro senza sosta di centinaia di uomini: oltre 280 gli interventi contati ieri mattina dai vigili del fuoco con un centralino che all’alba di ieri aveva ancora in coda almeno un centinaio di interventi. Ma quello che si aspettavano erano solo numeri al rialzo. È l’effetto della «conta» sul territorio, di chi dopo i primi controlli in giardino o nel condominio ha trovato antenne, cornicioni o impalcature pericolanti, o alberi e rami che minacciano di cadere in giardino, o nella via davanti casa. A loro fianco da ieri è sceso anche l’esercito, con uomini e mezzi. E poi la protezione civile, i tecnici. Secondo Atm, la società di trasporti, già nella mattinata era stato ripristinato il 60 per cento della rete dei tram danneggiata dal nubifragio. Ma nonostante il lavoro senza sosta, giorno e notte di oltre 100 tra tecnici della manutenzione, operatori del servizio di superficie e operai sono ancora tante le piante sulle rotaie che impediscono la regolare circolazione dei mezzi. E se fino a ieri la città era stata graziata dal pagamento di Area C per l’ingresso nella cerchia dei bastioni, da oggi i milanesi non potranno contare più neanche su questo. Poi c’è tutto il resto. Secondo la Confcommercio che ha già tirato le prime somme, i danni alle attività commerciali si aggirano sui due milioni di euro, tra dehors spaccati, vetrine rotte, negozi allagati. Altrettanti sono i (primi) danni conteggiati dalle scuole dell’area metropolitana. Due milioni di euro di danni in 32 scuole, altre migliaia di euro per le pulizie, tra vetri rotti, aule allagate, sfondellamento dei controsoffitti, tegole divelte, infiltrazioni di acqua nelle aule. Intanto il sindaco Sala rimanda ai mittenti accuse e polemiche sulla manutenzione del verde. Poteva essere fatto qualcosa di più, di meglio di diverso?
Qualcosa che potesse scongiurare questo disastro? «Ora si stanno scoprendo tutti botanici - dice - In realtà parlando con gli esperti mi hanno detto che non c’è manutenzione che tenga di fronte a un fenomeno del genere». Quindi sottolinea, «mi sento di escludere che ci sia stata una mancanza dal punto di vista della manutenzione. È stato un momento drammatico, ma mi pare che comunque la città stia reagendo bene».
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