"I bulli massacravano mio figlio, i compagni filmavano". La denuncia di una madre

Un ragazzino di 11 anni ha rimediato trenta giorni di prognosi a Modena, dopo esser stato massacrato di botte da due giovanissimi bulli di origine straniera poco prima dell'ingresso a scuola. Nessuno sarebbe intervenuto per interrompere il pestaggio: gli altri studenti ridevano o filmavano la scena con il cellulare

"I bulli massacravano mio figlio, i compagni filmavano". La denuncia di una madre
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Massacrato di botte nelle scorse ore da due giovanissimi studenti di origini straniere, mentre i compagni di scuola ridevano dell'aggressione e filmavano il tutto con il cellulare. Protagonista dell'episodio di bullismo che arriva dalla provincia di Modena è un ragazzino di 11 anni, aggredito poco prima dell'ingresso in classe. E a seguito del pestaggio, ha rimediato a quanto pare una prognosi di trenta giorni, fra mandibola fratturata e contusioni varie. A rendere noto l'accaduto è stata la madre dello stesso giovanissimo, la quale si è poi recata dai carabinieri per sporgere denuncia. Tutto sarebbe iniziato poco prima dell'inizio delle lezioni, davanti ad un istituto scolastico superiore di primo grado della Bassa Modenese. La vittima stava passeggiando insieme ad un amico intorno all'edificio, in attesa dell'apertura dei cancelli.

Si prefigurava una mattinata come tante altre, insomma. Ad un certo punto, invece, l'undicenne sarebbe stato accerchiato da due ragazzini stranieri, poco più grandi di lui. E questi ultimi gli avrebbero messo le mani addosso, prendendolo a calci e pugni. "Mio figlio, come ogni giorno, è arrivato davanti alla scuola verso le 7.45 - ha raccontato la madre dell'aggredito al quotidiano Il Resto del Carlino - e insieme a un amichetto hanno fatto una passeggiata intorno all’edificio in attesa di entrare in classe. Proprio dietro la scuola è accaduto l’episodio: mio figlio è stato preso di mira da due bulli di origine straniera, di poco più grandi. Già la settimana scorsa lo avevano spintonato. Lo hanno spinto, poi sono partiti i pugni in faccia e i calci al torace, costole e alle gambe. Nel frattempo, mi ha raccontato mio figlio, altri ragazzi ridevano e riprendevano la scena con il cellulare".

La donna si è soffermata anche su quest'ultimo aspetto: nessuno sarebbe a suo dire intervenuto per difendere il figlio, perché la priorità degli altri giovani che assistevano al pestaggio era a quanto sembra quella di riprenderlo con lo smartphone. Il giovane è poi stato trasportato al Policlinico di Modena, dove ha ricevuto le cure del caso. Ma non è tutto, perché a quanto sembra i suoi aggressori lo stavano ancora cercando.

"Mentre eravamo in caserma, mio figlio ha ricevuto dei messaggi dai compagni di classe che gli dicevano che i due bulli lo stavano ancora cercando a scuola - ha concluso la donna - e io, più tardi, da alcune mamme ho ricevuto messaggi che riferivano la stessa cosa, ovvero che i due bulli stavano cercando mio figlio per picchiarlo ancora. Erano già stati identificati dalla preside, eppure, mi chiedo con sconcerto, perché non sono ancora stati sospesi?"

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