I punti chiave
I medici avrebbero sbagliato diagnosi nel 2010 e, dopo undici anni, una giovane donna è deceduta per una metastasi da melanoma. I familiari della 31enne di Mira, Jessica Foscarin, non hanno dubbi: per loro il presunto errore degli operatori sanitari sarebbe stato fatale. Attraverso il gruppo di legali che li assiste hanno chiesto un risarcimento di più di un milione di euro all'Ulss 3 Serenissima di Venezia. Ora i giudici dovranno stabilire se ci sono eventuali colpe e pronunciarsi sulla richiesta onerosa dei parenti della vittima.
La vicenda
Tutto è cominciato quando la donna aveva appena 19 anni. La scoperta di un neo anomalo all'altezza del seno l'aveva convinta a rivolgersi a uno specialista. Il medico si era subito accorto che qualcosa non andava, tanto da consigliare l'asportazione della piccola tumefazione di colore scuro. La successiva biopsia, che viene effettuata da prassi, aveva però escluso qualsiasi complicanza. Il neo per l'istituto di Anatomia patologica dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre era benigno, quindi Jessica Foscarin non ha dovuto seguire alcun protocollo farmacologico. Dopo diversi anni, nel 2021, l'amara sorpresa.
Il tumore
La donna ha scoperto di avere un nodulo al seno, nello stesso punto dove era stata operata in precedenza. Questa volta l'esame istologico non le ha dato scampo: una recidiva del melanoma si era trasformata già in metastasi in più parti del corpo. Rivalutando i vetrini della prima biopsia sarebbe emerso che anche undici anni fa si trattava di un tumore. A nulla sono serviti i cicli di chemioterapia effettuati da Jessica, che è morta dopo non molto tempo. Prima di accorgersi del cancro la 31enne aveva in programma di sposarsi con il suo convivente, nozze saltate proprio per affrontare le pesanti cure antitumorali. Per gli avvocati della famiglia Foscarin sarebbe evidente l'errore commesso nel 2010 dall'anatomopatologo, ecco il perché della richiesta di un risarcimento milionario.
La difesa dell'Ulss
Gli esperti incaricati dall'Ulss 3 per fare luce sulla vicenda, invece, hanno espresso parere opposto ai legali del parenti di Jessica.
Secondo loro, come riporta il quotidiano Il Gazzettino, l'accertamento disposto dal Tribunale di Venezia "non certifica responsabilità evidenti degli ospedali coinvolti in merito ad analisi e cure effettuate, mettendo invece in luce la particolare difficoltà di diagnosi rispetto al caso clinico". Si preannuncia un processo lungo quello a carico dei medici che ebbero in cura la ragazza, con esiti tutt'altro che scontati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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