Prende il reddito grillino senza requisiti. Ma le toghe assolvono lo straniero

Per il tribunale manca la prova del dolo del reato. Il camerunense non comprendeva bene l'italiano, da qui l'errore nella compilazione della domanda per ottenere il reddito

Prende il reddito grillino senza requisiti. Ma le toghe assolvono lo straniero

In periodo di grande dibattito sul reddito di cittadinanza e sulle nuove limitazioni stabilite dal governo Meloni, arriva la notizia dell'ennesimo caso di furbetto del sussidio grillino. A far scalpore, il fatto che il soggetto in questione sia stato assolto dal giudice.

Il caso in Salento

A percepire il reddito pentastellato senza averne alcun diritto è stato un cittadino straniero, per la precisione un migrante originario del Camerun e residente nel Salento.

L'uomo aveva presentato domanda per percepire il sussidio, riuscendo a ottenerlo per un certo periodo di tempo. Durante le fasi di chiusura del Paese, causa Covid, l'uomo era rimasto senza lavoro, motivo per cui, grazie al passaparola di alcuni conoscenti, aveva deciso di fare richiesta per il reddito. Nella documentazione presentata nella sua richiesta, lo straniero aveva dichiarato di vivere in Italia da almeno dieci anni (due trascorsi in modo continuativo nel Belpaese).

Secondo l'accusa si tratterebbe tuttavia di affermazioni false. Accertamenti hanno infatti dimostrato che il migrante era arrivato nel nostro Paese nel 2016 ed era stato accolto come richiedente asilo politico. Vengono a mancare, dunque, i dieci anni.

La difesa e l'assoluzione

Nel difendere il suo assistito, l'avvocato Vito De Pascalis ha però giustificato le azioni del migrante imputandole come errori. Errori dovuti alla scarsa comprensione della lingua italiana.

Non conoscendo bene l'italiano, lo straniero non aveva compilato bene la documentazione, ha insistito la difesa. Il soggetto, inoltre, non poteva conoscere il precetto penale previsto dalla normativa. Tali argomentazioni sono state sufficienti per convincere il giudice Alcide Maritati del fatto che le azioni del migrante non siano state volontarie.

Lo straniero, residente da tempo nel basso Salento, è stato dunque assolto dall'accusa di percezione indebita ai danni dello Stato. Per il tribulale, infatti, non è presente la prova del dolo del reato.

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