Roma, niente più barchette a Villa Borghese: ecco perché

Lo ha stabilito il Tar del Lazio con una sentenza che obbliga l'amministrazione comunale a fissare un bando

Roma, niente più barchette a Villa Borghese: ecco perché

Per un bel po' di tempo le barche, i remi e le coppiette naviganti spariranno dal laghetto di Villa Borghese. Lo hanno stabilito i (poco romantici) giudici del Tar del Lazio nel constatare come il servizio di affitto delle chiatte è di fatto abusivo e va rimesso a bando. Addio quindi alle scene d'amore che hanno fatto la fortuna al cinema di film come quello diretto proprio a Roma da Woody Allen "To Rome with love". La storia dello specchio d'acqua su cui recentemente si sono pronunciati i magistrati amministrativi della seconda sezione è lontana ed è emblema del pasticcio della burocrazia.

L'incredibile storia del tempietto di Roma

Nel 2004 il Comune concede alla Esculapio srl (società che prende il nome dal tempietto classico che si affaccia sul lago di Villa Borghese) il servizio di noleggio delle barche. Dopo il primo rinnovo automatico dell’affidamento del 2010, il Campidoglio intima lo stop già solo quattro anni più tardi: la nuova estensione dell’accordo non può scattare "non essendo procedere all’affidamento di beni capitolini a terzi se non attraverso apposito bando". Per quanto le cifre versate dalla Esculapio per "sanare" l'occupazione senza titolo del laghetto – stando a quello che scrivono i giudici – siano complessivamente più alte rispetto a quelle che il Comune avrebbe incassato con una regolare concessione, per il Tar del Lazio "la concessione di beni pubblici deve avvenire nel rispetto di trasparenti procedure competitive". Servirà una gara. Siccome gli effetti sono immediati, il servizio delle barche a Villa Borghese servizio rischia di essere subito sospeso. E chissà per quanto tempo, considerando il fatto che una procedura del genere solitamente si traduce in mesi di attesa; se ci aggiungiamo anche un eventuale controricorso al Consiglio di Stato, anche anni.

Ora la palla passa al Campidoglio. I giudici hanno tracciato la strada ed è la stessa già intrapresa dall'amministrazione Gualtieri: quella di un bando pubblico. Insomma: niente più colpi di remi in acqua per una ventina di minuti – in cambio di 4 euro – sfiorando l'isolotto con il tempio del dio Esculapio, realizzato tra il 1785 e il 1792 dagli architetti Antonio e Mario Asprucci, padre e figlio, e da Cristoforo Unterperger, è dedicato al dio della medicina.

A suoi fianchi, ecco le ninfee e i busti di Ippocrate e Galeno Il set che tanti romani e migliaia di turisti avevano scelto per scambiarsi promesse d'amore galleggianti e primi baci rimarrà per molti anni soltanto colmo di tanta malinconia. Una storia assurda, che non dovrà essere raccontata a Woody Allen.

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