Voleva vivere all'occidentale. E a Torino il tunisino ammazza l'ex moglie davanti ai figli piccoli

Lo straniero, con braccialetto elettronico, era già sottoposto al divieto di avvicinamento. Ha tentato la fuga dopo l'orrore, ma è stato inseguito dal figlio 13enne e poi fermato dai carabinieri: ora è in carcere

Voleva vivere all'occidentale. E a Torino il tunisino ammazza l'ex moglie davanti ai figli piccoli
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La loro storia era ormai arrivata al capolinea, così avevano deciso di interrompere la relazione e di separarsi. Ma il corso degli eventi non è stato digerito dal tunisino, che questa notte ha perso la testa, ha impugnato il coltello (pare da cucina) e ha ucciso la sua ex davanti agli occhi terrorizzati dei figli. La tragedia si è verificata verso mezzanotte a Torino, in via Cigna 66, nel quartiere Barriera di Milano. Per la donna, Nabi Roua, non c'è stato nulla da fare. La sua colpa? Per La Stampa, pare che volesse vivere più "all'occidentale". Ma la condizione di maggiore libertà non sarebbe stata gradita dall'uomo. Che dopo l'orrore ha tentato la fuga, ma è stato rincorso dal figlio 13enne e infine fermato dai carabinieri che lo hanno arrestato.

C'è un particolare che getta ulteriore sconcerto sulla vicenda: il 48enne Ben Alaya Abdelkader, spiega LaPresse, da agosto era sottoposto al divieto di avvicinamento e aveva il braccialetto elettronico (bisognerà capire se abbia funzionato o se fosse fuori uso). Stando a quanto riferito dall'Ansa, la 34enne avrebbe perso la vita dopo essere stata colpita al torace al culmine di una lite. I sanitari, una volta arrivati sul posto, hanno da subito capito che le condizioni fossero disperate. Infatti la donna, anche lei di origine tunisina, è stata trasportata all'ospedale San Giovanni Bosco dalla Croce Verde di Villastellone ma ha perso la vita poco dopo il suo arrivo. Ogni tentativo di tenerla in vita è stato vano: il colpo rifilato dall'ex si è rivelato fatale e non ha lasciato scampo alla 34enne.

A rendere il tutto ancora più macabro è un dettaglio tutt'altro che secondario: i figli hanno assistito alla scena. Sarebbero stati proprio loro a lanciare l'allarme dopo l'accaduto: la figlia adolescente sarebbe scappata dai vicini per chiedere aiuto, mentre il fratello di 13 anni ha chiesto aiuto ai passanti mentre inseguiva il padre che stava scappando in strada. I carabinieri - che erano già sulle sue tracce, dopo aver ricevuto la segnalazione di un violento litigio - lo hanno bloccato a circa 200 metri dall'edificio in cui abitava la vittima. Il tunisino è stato portato nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino.

Gaia, una vicina di casa di Nabi Roua, ha fornito una testimonianza che rivela i rapporti burrascosi tra i due: "Litigi? A tutte le ore del giorno e della notte, alcuni giorni urlavano, anche nell'ultimo periodo". "Non so le dinamiche familiari, so che lui non viveva qua da qualche giorno. Ieri pomeriggio, verso le 18.30, l'ho incontrato giù nel portone. Non ci siamo salutati ma sembrava tranquillo", è un altro particolare. Mattia ha confermato che gli animi si erano infuocati in diverse occasioni: "Si erano già sentite liti e discussioni ma non so su cosa, non essendo in italiano. Litigavano sempre ma, non capendo la loro lingua, non so su cosa. Avrei voluto capire e intervenire prima". Il giovane poi è uscito e ha chiamato il 112: "L'operatrice mi ha chiesto di provare a tamponare la ferita finché non sono arrivate le autorità e i soccorsi. Le condizioni erano abbastanza gravi".

Sulla questione è intervenuto Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: "Che tragedia, che rabbia. Un pensiero per questa mamma. Bestialità del genere vanno punite con il carcere duro, senza sconti, e poi espulsione.

Chi pensa di venire nel nostro Paese esportando stili di vita incompatibili con le nostre leggi e i nostri valori non è il benvenuto. Altro che accoglienza indiscriminata e cittadinanze regalate... Difendere l’Italia significa anche questo".

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