
La sinistra? Non fa più gli interessi dei poveri. Ne è convinto il vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti, che in una lunga lettera pubblicata dal quotidiano Il Telegrafo ha elencato le ragioni che lo hanno portato a questa considerazione. E non ha risparmiato dure critiche agli "eredi" del PCI, rei a suo avviso di essersi discostati dagli ideali originari dell'ex-partito e di aver smarrito la propria identità.
La sinistra sotto preocesso
"Sono cresciuto tra le Acli che avevano la sede della Dc e la casa del popolo con la sede del PCI. Avversari ma entrambi popolari, non per nulla il Partito Comunista faceva del proletariato il proprio vessillo - il pensiero del vescovo della città toscana, storicamente una delle più "rosse" d'Italia - l’etica comunista e quella cristiana avevano tantissimi punti in comune. Oggi faccio fatica a riconoscere in questa sinistra occidentale gli eredi del PCI. Oggi si è di sinistra se si è a favore della procreazione medicalmente assistita in provetta, semmai eterologa, e si tace dei metodi naturali per la fecondazione".
Utero in affitto e gender
Secondo monsignor Giusti la sinistra sembra aver ormai messo in secondo piano i diritti sociali per spostarsi con più decisione sui diritti civili. E sotto questo profilo, il vescovo si è scagliato contro la teoria gender e la cancel culture: temi che la sinistra ha a suo avviso messo ormai in cima alla propria agenda politica, a discapito di altre rivendicazioni magari più sentite dalle fasce economicamente più deboli della popolazione.
"La sinistra non fa più gli interessi dei poveri. Oggi sei di sinistra se sei a favore dell’utero in affitto e si tace sull’affido familiare aperto a tutti, al di là di qualunque orientamento sessuale - ha proseguito - oggi sei di sinistra se sei a favore di tutti gli anticoncezionali e i vari sistemi abortivi presenti sul mercato, ma non si parla mai dei metodi naturali gratuiti. La sinistra occidentale si è sposata con un pensiero che è lontano dalle sue radici, mi riferisco alla "cancel culture" e al gender. La sinistra faccia la sinistra e pensi a elaborare un progetto per favorire la crescita di una società fondata su lavoro, solidarietà, libertà".
L'appello del vescovo
Alla fine della missiva monsignor Giusti ha lanciato un appello a favore delle giovani generazioni.
"Occorre far crescere il senso critico dei giovani, far sì che sì appassionino al sociale e alla politica - ha chiosato - a sinistra oggi si sostiene una società individualistica che produce malessere crescente da parte dei giovani: anoressia, bulimia, autolesionismo, suicidio. Quando un ragazzo si uccide è una sconfitta per tutti". Il vescovo della chiesa livornese, insomma, non le ha certo mandate a dire.
Prima non andava bene perché erano comunisti, adesso idem perché non sono più comunisti.
Bizzarra posizione.
Se non se ne accorgono, li criticate perché appoggiano certe teorie.
Se se ne accorgono, "eh ma dovevano svegliarsi prima".
L'importante è che qualcuno inizi a rendersene conto.
Quindi il vescovo avrebbe da interessarsi ai cristiani, invece che alla sinistra, che non è stata e non sarà mai il partito dei cattolici.
Poi ha iniziato a dare la colpa ai lavoratori per i loro insuccessi, in quanto i lavoratori non erano più uniti. In realtà la sinistra si faceva i fatti suoi avallata dal "sciur parun dalle belle braghe bianche".