Un altro "schiaffo" a Saman: rinviata l'estradizione del padre

È stata rimandata per la quinta volta l'udienza che vede protagonista il padre di Saman Abbas a Islamabad: ci sono ancora troppe incertezze sulla possibilità che sia fatta giustizia

Un altro "schiaffo" a Saman: rinviata l'estradizione del padre

Manca solo un mese al 10 febbraio, giorno in cui è previsto in Italia l’inizio del processo per l’omicidio di Saman Abbas. E molto probabilmente si svolgerà con due imputati in contumacia su cinque. Un altro schiaffo metaforico, dopo quello fisico che la giovane ricevette in vita da un parente solo perché fidanzata con un coetaneo pakistano appartenente a una casta più bassa.

Diventa sempre più difficile infatti l’estradizione di Shabbar Abbas, padre di Saman, arrestato in Pakistan a novembre 2022, e la cui udienza prevista oggi a Islamabad è stata oggetto di un nuovo rinvio, stavolta al 19 gennaio. Pare che il legale dell’uomo abbia depositato delle memorie scritte da Shabbar di suo pugno, ma non se ne conosce il contenuto. Finora Shabbar ha sostenuto che la figlia fosse viva, fuggita in Belgio, mentre in un’intercettazione telefonica lo si sentirebbe pronunciare le parole: “L’ho uccisa, l’ho fatto per il mio onore”.

Saman Abbas è scomparsa da Novellara, dove viveva con i genitori in un’azienda agricola in cui lavorava la famiglia, nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021. Da subito gli inquirenti si sono concentrati sulla pista del delitto d’onore, poiché la 18enne si era opposta al matrimonio forzato con un cugino più vecchio.

Lo scorso novembre è stato ritrovato il suo corpo in una buca all’interno di un casolare abbandonato a poche centinaia di metri dall’abitazione degli Abbas, su indicazione di uno degli imputati. Sono state infatti rinviate a giudizio cinque persone: il padre Shabbar, la madre Nazia Shaheen attualmente latitante, lo zio Danish Hasnain che ha indicato il luogo di occultamento, i cugini Ikram Ijaz e Noumanoulaq Noumanoulaq. Per loro l’accusa è sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere.

Tuttavia, come accennato, Shabbar, salvo miracoli dell’ultimo minuto, non sarà estradato in tempo per il processo in Italia e forse non lo sarà mai. Secondo la legge pakistana infatti, sta per scadere il tempo massimo entro cui definire l’iter dell’estradizione. Shabbar è stato arrestato il 15 novembre scorso, quasi due mesi fa, e quindi i termini scadranno il 15 gennaio. La speranza è quella di una proroga a questo termine, cosa che pare in Pakistan non sia concessa di rado.

È la quinta volta che viene rinviata un’udienza sul caso di Shabbar, e non ci sono certezze assolute perfino che l’uomo sia stato arrestato in virtù del mandato di cattura internazionale spiccato dall'Interpol e per l’omicidio della figlia, sebbene quest’eventualità appaia molto probabile.

Ci

sono tuttavia altre certezze che andranno chiarite: gli esami sul corpo di Saman potrebbero raccontare ancora molto sulla dinamica dell’omicidio, al momento l’ipotesi è che la giovane sia stata strangolata.

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