È in convalescenza, un periodo che per lei durerà molto, ma ugualmente ha voluto raccontare in tv la sua esperienza, in un periodo come questo in cui, dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin, è salito l’allarme sociale. Si tratta di Dory Colavitto, 35enne di Monopoli, che all’inizio di novembre è stata aggredita dall’ex, che le avrebbe teso un agguato. La donna ha parlato ieri a "La vita in diretta".
“Mi voleva uccidere, sì, lui mi voleva proprio uccidere - ha spiegato la donna alla trasmissione condotta da Alberto Matano - Ha sfogato tutta la sua rabbia su di me, tanta rabbia. Lui aveva già il coltello in mano e gli ho detto ‘Pensa al bambino’, ho avuto molta paura di morire. In quel momento pensavo a mio figlio”.
All’alba del 2 novembre 2023, Colavitto è stata infatti aggredita dall’ex compagno Giuseppe Ambriola, che avrebbe vibrato sul suo corpo trenta coltellate. “Io qui ho tutte cicatrici - ha raccontato la donna - Oltre l’80% del corpo pieno di tagli. Ho muscoli e tendini recisi. Non posso camminare. L'occhio non si è salvato”. All'inizio la relazione era apparsa come tante altre, però poi il rapporto è cambiato: "Amavo quest’uomo, ho creato una famiglia con quest’uomo. Avevamo comprato casa da un anno. Negli ultimi mesi c’era qualcosa che non andava. Lui era convinto che io lo tradissi: è diventato ossessivo, di conseguenza io sono andata via di casa e sono venuta col bambino da mia mamma". In futuro Colavitto dovrà sottoporsi ad altri interventi, molti dei quali saranno di chirurgia plastica.
Ma cosa è accaduto esattamente quella mattina, sotto casa della madre di Colavitto, dove la donna aveva appunto traslocato con il figlio? La sopravvissuta alla violenza è dettagliata nella sua narrazione in tv: “Come tutte le mattine scendevo intorno alle 5 e mezzo per andare a lavoro. Proprio perché avevo il terrore, uscivo di casa con un mattarello per protezione. Mia mamma voleva essere svegliata e usciva dal balcone a 68 anni, aspettava che io controllassi la macchina e che le dicessi che era tutto a posto. Solo che quella mattina non è stato così, perché io come ho visto qualcosa di diverso in macchina, ho aperto la portella e c'era lui. Era sui sedili posteriori della macchina”. E poi è scattata la furia: "Lui aveva già il coltello in mano, lì appunto gli ho detto: ‘Pensa al bambino’. La brutalità con cui si è avventato non era di una persona che voleva solo ferire ma che voleva proprio uccidere".
L’intervento della madre di Colavitto è stato fondamentale e la donna si è rivolta direttamente all’ex compagno con parole lapidarie: “Denunciare il padre di tuo figlio non è facile.
L'aggressione è durata 30 coltellate e 30 coltellate non si hanno in pochi secondi. La prendo come vigliaccheria questa, ammettilo. Io se sono viva è solo per mia madre. Tu lo hai fatto e lo hai detto che volevi uccidermi, una volta ogni tanto fai l’uomo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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