"Rischio reiterazione non legato ai figli". Chiara Petrolini rimane in carcere

La pronuncia del Tribunale del Riesame su Chiara Petrolini: perché gli arresti domiciliari non sono stati ritenuti sufficienti

"Rischio reiterazione non legato ai figli". Chiara Petrolini rimane in carcere
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Il Tribunale del Riesame di Bologna ha spiegato il perché della decisione della detenzione cautelare di Chiara Petrolini, mentre il gip di Parma aveva disposto gli arresti domiciliari. Quando c’è un’indagine in corso, la custodia in carcere viene disposta solitamente per due ragioni: o si teme un inquinamento delle prove - cosa che in questi frangenti non avrebbe avuto senso, dato che la scena del crimine è stata sequestrata e dissequestrata solo ieri, a seguito di tutti i rilievi di rito - o si teme la reiterazione del delitto.

È quest’ultimo il timore del Riesame, che ha rilevato “che il pericolo di reiterazione criminosa non può essere limitato all’uccisione del proprio figlio appena nato, giacché, tecnicamente, le esigenze cautelari sono riferite ai delitti della stessa specie, e dunque ai delitti che offendono lo stesso bene giuridico (o che presentino uguaglianza di natura in relazione al bene tutelato e alle modalità esecutive). […] Anche se si volesse ritenere che il pericolo di reiterazione criminosa sia ridotto alla sola negazione di maternità (e dunque fosse ravvisabile solo nell’omicidio di un proprio figlio neonato), ecco che in concreto proprio gli arresti domiciliari presso i propri familiari si rivelano inadeguati”.

Chiara Petrolini è accusata per l’omicidio e l’occultamento di cadavere di due neonati appena partoriti, rispettivamente nel 2023 e nel 2024: la 21enne li avrebbe seppelliti nel giardino della villetta di Traversetolo, in provincia di Parma, dove risiedeva con i genitori. Il suo agire, secondo il Riesame, sarebbe stato caratterizzato da “estrema lucidità, freddezza esecutiva, sconcertante assenza di scrupoli o remore, apparente mancanza di qualunque ripensamento, oltre che di sfrontatezza”, oltre che da “inaffidabilità totale nelle relazioni personali anche più intime eccezionali capacità sia di nascondimento dei propri misfatti sia di mistificazione e dissimulazione” e “mancanza di partecipazione e di compassione”.

Non solo: l’opinione pubblica si è spesso interrogata se gli arresti domiciliari fossero adeguati alla situazione dato che, è un’ipotesi al vaglio degli inquirenti, nessuno sarebbe stato al corrente né delle gravidanze né delle morti dei neonati. Ma il punto per la legge non è neppure questo. Petrolini intanto è “persona ormai maggiorenne, e rispetto ad essa i genitori non sono tenuti ad esercitare alcuna forma di controllo, né diretto né indiretto”.

I genitori inoltre avrebbero la libertà di muoversi, di uscire, di spostarsi, e quindi il loro controllo di fatto non corrisponderebbe a un controllo di diritto e “giammai potrebbe essere equiparato al controllo esercitato con la custodia in carcere”.

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