"Ci ho pensato 5 secondi...", il racconto choc dell'assassino di Michelle

"Pensavo che la pistola fosse modificata", ha raccontato il giovane omicida agli inquirenti

"Ci ho pensato 5 secondi...", il racconto choc dell'assassino di Michelle
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Una versione, quella fornita dall'assassino di Michelle Causo, che non ha mai davvero convinto fino in fondo gli inquirenti: il 17enne ha continuato a presentare il delitto come conseguenza di un diverbio nato per banali questioni di droga e di soldi, ed è ciò che emerge chiaramente dai suoi racconti.

Fino a partire, ad esempio, da quello fatto durante un interrogatorio che si concluse poco dopo la mezzanotte del giorno successivo all'omicidio, giovedì 29 giugno. Numerose affermazioni effettuate dal ragazzino, e riportate da Repubblica, sarebbero già state confutate o comunque non avrebbero trovato conferma a seguito delle indagini degli ultimi due mesi.

Stando alla sua ricostruzione, Michelle spacciava droga, motivo per il quale si trovava a casa sua in data 28 giugno: "Prendevo da lei tre cannette di hashish ogni settimana, pagavo 10 euro". Ecco perché quel mercoledì l'aveva contattata prima di incontrarla. "Le ho scritto chiedendole del fumo. È arrivata verso le 11.30". Ma la ragazza sarebbe stata particolarmente fredda fin da subito. "Abbiamo cominciato a parlare del fumo e di quanti soldi le dovevo dare", racconta il 17enne,"l'avevo avvertita ieri sera dicendole che potevo darle venti euro in meno perché dovevo vedermi con la mia ex per andare al Mc Donald’s". Michelle, tuttavia, non sarebbe stata disposta a venirgli incontro."Lei era fissata che le dovevo dare tutto, 35 euro. Io gliel'ho chiesto perché le altre volte mi ha sempre fatto questo favore, questa volta no", prosegue l'omicida,"credo perché dovesse andare a Napoli".

La situazione sarebbe quindi degenerata."Dopo ha cominciato ad alzare la voce dicendomi che i soldi le servivano e che ero un cog***ne, allora le ho detto che si faceva troppe canne e non si ricordava", continua il ragazzino, "io già le avevo detto che non avevo tutti i soldi".

Durante quella conversazione Michelle era rimasta seduta, poi la situazione sarebbe cambiata rapidamente."Stavo sul piano cucina intento a manipolare l’hashish quando all’improvviso mi sono ritrovato una scacciacani davanti al viso", spiega agli inquirenti il giovane omicida. "Una pistola che spara a salve, io lo sapevo che Michelle l’aveva, me l’aveva prestata in passato e io ho fatto delle storie su Instagram perché sono un cog***ne", dice rivolgendosi al magistrato che gli aveva chiesto maggiori informazioni sull'arma,"poi mi ha detto che aveva un amico che poteva modificarla e pensavo fosse già stata modificata".

"Vicino a me c'era un contenitore con posate, coltelli e ho cominciato a farmi trenta domande tutte insieme, tipo morire per cinque grammi di fumo", prosegue il 17enne."Ci ho pensato cinque secondi, poi ho ho cominciato ad accoltellarla, lei si muoveva e poi è cascata per terra. Non ricordo dove ma l’ho colpita un po' di volte".

Dopo l'accoltellamento le convulsioni della giovane, per la quale era oramai troppo tardi anche per pensare di chiamare i soccorsi.

"Ho cercato di pulire con degli stracci, l'ho fatto a occhi chiusi perché non ci riuscivo", dice l'assassino ricordando le prime fasi del tentativo di occultamento del cadavere. Presa da terra la pistola, sarebbe arrivata per lui la sorpresa:"Solo allora mi sono reso conto che non era modificata, Non c’era la canna di cui lei mi aveva parlato e nemmeno i proiettili".

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