I punti chiave
La svolta nell'omicidio di Sharon Verzeni è arrivata a un mese esatto dal delitto. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo hanno fermato la notte scorsa Moussa Sangare, 31 anni, cittadino italiano di origini africane che vive in una casa occupata a Suisio, cittadina distante appena cinque chilometri da Terno d'Isola. Si tratta dell'uomo in bicicletta ripreso dalle telecamere di via Castagnate in un orario compatibile con l'aggressione mortale alla giovane barista. Seppur incensurato, Sangare era già indagato per maltrattamenti ai danni della madre e della sorella. La procura contesta al 31enne l'aggravante della premeditazione poiché, la notte incriminata, aveva con sé quattro coltelli. Inoltre, prima di uccidere Sharon, avrebbe puntato l'arma contro due ragazzini, uno di 15 e l'altro di 16 anni.
Le coltellate
Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, la notte del 30 luglio Sangare stava tornando a casa in bicicletta. Giunto in via Castegnate, una delle vie principali di Terno d'Isola, ha incrociato per caso Sharon Verzeni, che era uscita per una passeggiata. In preda a un presunto "raptus" - tale la definizione usata dal presunto assassino per descrivere l'aggressione fulminea - ha seguito la vittima, scelta a caso, e poi l'ha aggredita. Quattro le coltellate mortali inferte alla 33enne: una all'altezza dello sterno, le altre tre alla schiena. Dopodiché si è dileguato dalla scena del crimine, senza lasciare tracce evidenti. Prima di accasciarsi al suolo, alle ore 00.52, Sharon ha chiamato il 118: "Aiuto, mi ha accoltellata".
I video
Per risolvere il macabro giallo i carabinieri hanno visionato oltre 60 telecamere della zona. Un frame in particolare ha restituito la sagoma di un uomo in bicicletta che sfrecciava lungo via Castegnate in un orario compatibile con l'omicidio. Le telecamere di altri comuni hanno ripreso "il ciclista", poi identificato in Sangare, durante la fuga. Prima di rientrare a Susio, il 31enne si è disfatto degli abiti sporchi di sangue e del coltello da cucina con cui ha aggredito Sharon.
I testimoni
Decisiva per l'identificazione del killer sono state le testimonianze di due cittadini stranieri. Come ha precisato la procuratrice facente funzioni Maria Cristina Rota durante la conferenza stampa di questa mattina, "le uniche dichiarazioni collaborative e spontanee che abbiamo avuto sono state quelle rese dai due stranieri". I due testimoni oculari si erano presentati spontaneamente in caserma un paio di settimane fa per segnalare "altri elementi sospetti". Alcuni giorni dopo sono stati riconvocati e hanno confermato di essersi imbattutti nell'uomo in bicletta, del quale hanno fornito anche una descrizione.
Il fermo del presunto assassino
In serata l'Agi ha pubblicato gli stralci di un'informativa dei carabinieri agli atti dell'indagine. Nel documento si legge che Sangare è stato individuato dal Ros e dal Nucleo Investigativo di Bergamo nell'area di Medolago. L'uomo, riporta ancora l'informativa, viene descritto come "un soggetto in bicicletta compatibile con quello da ricercare e, dopo avere proceduto all'aggancio e al pedinamento, alla luce della manifesta instabilità del soggetto, si decideva di intervenire". I carabinieri lo hanno quindi intercettato a Chignolo d'Isola, paese già noto alle cronache per l'omicidio di Yara Gambirasio, e condotto in caserma per essere sentito come persona informata sui fatti. Ma la sua posizione è cambiata nel giro di poche ore.
Prima in una breve dichiarazione, poi durante un interrogatorio assistito dall'avvocato Giacomo Maj, Sangare ha reso una "piena confessione". "Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l'ho vista e l'ho uccisa", ha confessato al pm. Poi ha aggiunto: "Ho sentito l'impulso di accoltellarla".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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