
I punti chiave
Il giallo di Liliana Resinovich è sicuramente una delle vicende di cronaca nera più seguite in Italia a oggi. Moltissimi italiani e italiane sostengono i parenti della donna, chiedono che si indaghi più a fondo: come può essersi tolta la vita una donna pensionata, che per tutta la vita aveva svolto un lavoro appagante, era circondata di affetti, aveva tanti interessi, era in salute e in ottima forma poiché appassionata di sport individuali da sempre e che, in molti sostengono, aveva dei progetti di vita futura?
Così il settimanale Giallo ha dedicato questa settimana due ampi servizi alla storia di Lilly, scomparsa il 14 dicembre 2021 da Trieste e ritrovata cadavere il 5 gennaio 2022 nel boschetto nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico giuliano. Il suo corpo era avvolto in sacchi neri. La donna indossava un giubbotto e dei pantaloni molto scuri, una borsa nera con pochi effetti personali, tra cui un mazzo di chiavi che però non chiudevano tutte le porte e i portoni della sua abitazione in via Verrocchio.
L’ipotesi della messinscena
Ci vogliono pochi minuti a piedi da via Verrocchio a piazzale Gioberti, passando per via San Cilino e via Damiano Chiesa a Trieste. Lo dice Google Maps: peccato che Google Street View non abbia registrato un percorso relativo alla mattina del 14 dicembre 2021 per fare un confronto. Il confronto avverrebbe con le telecamere di videosorveglianza presenti su queste strade, che appunto quella mattina avrebbero ripreso una donna, che gli inquirenti presumono sia Liliana Resinovich. Ma le cose stanno davvero così?
In due interviste rilasciate a Il Giornale, l’informatica, criminalista e analista forense Sara Capoccitti dice due cose importanti: i filmati delle videocamere devono essere trattati come altri dati in questi casi, e i filmati della presunta Lilly non ci dicono con certezza che sia lei. Non si può stabilire scientificamente.
Il giornalista Giuseppe Rinaldi, che conduce Detectives su Rai 2, rilancia un’ipotesi suggestiva, accennata in questi anni anche da altri colleghi in tv. Nel suo articolo su Giallo ricorda come quei filmati furono visti dagli inquirenti dapprima il 29 dicembre 2021 e poi (ma forse non dagli stessi inquirenti) il 29 gennaio 2022. Nel primo caso Resinovich risultava ancora scomparsa ed esclusero fosse lei, nel secondo il corpo era stato ritrovato e invece gli inquirenti credettero di riconoscerla.
“Se quella circostanza fosse appunto un falso, una sorta di messinscena, se quella donna non fosse Liliana, allora questa storia andrebbe raccontata in tutt'altra maniera”, scrive Rinaldi. Il quale ricorda la messinscena seguita all’omicidio di Isabella Noventa: scomparsa tra il 15 e il 16 gennaio 2016, sarebbe stata inquadrata dalle telecamere di videosorveglianza dopo aver salutato il fidanzato Freddy Sorgato. Ma non era Noventa, si trattava invece di Manuela Cacco, amante di Sorgato, abbigliata con i vestiti della scomparsa. Che intanto, si sarebbe scoperto, era stata uccisa. Gli inquirenti scoprirono tutto attraverso ricerche incrociate. “A Trieste questo lavoro non mi risulta che sia stato fatto. Perché? Come non mi risulta che la Procura abbia ordinato un'analisi sulle immagini che ritraggono la donna che cammina con i sacchi dell'immondizia come quella fatta dalla Capoccitti”, domanda ancora Rinaldi nel suo articolo.
Visintin e Sterpin
Nel giallo di Liliana Resinovich si incrociano le storie di due uomini. Da un lato c’è il vedovo Sebastiano Visintin, attualmente unico indagato per l’omicidio, e dall’altro il sedicente amante Claudio Sterpin. Visintin ha sempre negato che la moglie avesse una relazione extraconiugale con l’ex maratoneta che la donna aveva conosciuto in gioventù. I due, incontratisi per la prima volta da giovani quando Sterpin era un conducente d’autobus, si erano frequentati ma poi le loro strade, sentimentalmente parlando, si erano separate: Sterpin si era sposato due volte, restando poi vedovo in entrambi i casi, Resinovich aveva sposato Visintin.
Da quando Sterpin era rimasto vedovo per la seconda volta, i due si sarebbero riavvicinati: lei lo aiutava con le camicie da stirare ogni martedì e infatti il giorno della scomparsa avevano il loro consueto appuntamento settimanale. Ad avvalorare l’ipotesi della relazione - che nelle prime indagini gli inquirenti indicarono come pregresso all’“imbuto emotivo” che avrebbe spinto Lilly a togliersi la vita - ci sono però tre fattori: le centinaia di messaggi in codice scambiati tra Resinovich e Sterpin, le ricerche di lei su “come divorziare senza avvocato” e un set di lenzuola di flanella a fiorellini acquistate con la carta di lei.
Visintin ha sempre mostrato fastidio per le dichiarazioni di Sterpin sulla presunta relazione extraconiugale. Ma c’è qualcosa che il vedovo ha dichiarato agli inquirenti e che non era finora emerso.
Su Giallo, in un pezzo di Angela Corica, vengono riportate queste parole di Visintin pronunciate agli inquirenti a marzo 2023: “Ecco, una preghiera che vorrei fare… questo Claudio bisogna zittirlo un po'… una cosa che io ho provato…”. Tuttavia questa frase resta un mistero, come molto altro nella vicenda. Bisognerà attendere per vedere come si evolveranno le indagini e se ci saranno altre persone a ricevere un avviso di garanzia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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