Il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi non è un fatto passato, ma è un fatto presente. Non solo perché la 15enne cittadina vaticana non è mai stata ritrovata e non se ne conosce il destino, non solo perché il Vaticano e la procura di Roma hanno riaperto le indagini e ci sarà una Commissione parlamentare d'inchiesta, ma anche perché le giovani generazioni vogliono saperne di più sulla "ragazza con la fascetta" che amava la musica e tifava per la Roma.
A mantenere viva l'attenzione su Emanuela Orlandi è da sempre la famiglia, in primis il fratello Pietro Orlandi, che ieri ha incontrato gli studenti dell'università La Sapienza di Roma in un appuntamento, "Caso Emanuela Orlandi, quarant'anni dopo", organizzato dall'associazione Sapienza in Movimento presso la facoltà di Scienze Politiche. "Conoscere storie come quella di Emanuela Orlandi è importante per noi - hanno spiegato gli organizzatori - Per ricordarci di cercare sempre giustizia e verità e l'università deve essere uno dei luoghi dove farlo".
Il fratello di Emanuela Orlandi ha ripercorso le parti salienti della vicenda con gli studenti accademici: "In quarant'anni ci sono stati tanti momenti di illusione e disillusione, voi avrete visto il documentario di Netflix, ecco è una minima parte di una storia infinita. Per me il caso non è mai stato chiuso, il Vaticano ha aperto per la prima volta un'inchiesta oggi. È assurdo, per quarant'anni si è sempre rifiutato di collaborare con la procura di Roma. Sono convinto che tutti e tre i Papi abbiano saputo, forse hanno deciso che è il momento di chiudere questa vicenda. Me lo auguro". I tre Papi cui si riferisce Orlandi sono Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, ovvero i pontefici che si sono susseguiti in questi quarant'anni.
Pietro Orlandi si prepara a ricordare con ancora più forza la sorella in un sit in simile a quello fatto nel 2012, che terminò con l'ascolto dell'Angelus. Il famigliare della scomparsa aveva chiesto di effettuare la manifestazione davanti al Campidoglio, ma al momento dal Comune di Roma si sarebbero "tirati indietro".
L'uomo continua ad agire con pervicacia alla ricerca della verità e in questi decenni sono accadute così tante cose che, forse, qualcun altro a parità di situazione - fermo restando che questo caso è un unicum - avrebbe desistito.
"La parola principale di questi quarant'anni è stata attesa - ha chiarito ancora Orlandi con gli studenti - 'Bisogna aspettare, devi avere pazienza, devi stare calmo'. Continuano a dirmi queste cose oggi, dopo quarant'anni dalla scomparsa di Emanuela, ma io devo mantenere l'equilibrio, perché voglio arrivare fino in fondo. Voglio restituire giustizia a mia sorella".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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