Caso Resinovich, dalla perizia emergono nuovi dettagli: "Soffocata con sacchetti di plastica"

Si riapre il caso di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa e poi trova morta neu pressi dell'ex ospedale psichiatrico di Trieste; ecco cosa dice la perizia

Screen Quarto Grado
Screen Quarto Grado
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Liliana Resinovich potrebbe essere stata soffocata, per cui il suo decesso deriverebbe da un'asfissia indotta, come riportato anche durante una puntata di Quarto Grado: è questa la nuova ipotesi balzata agli onori della cronaca sulla base di una voce di corridoio circolata nelle ultime ore, ovviamente in attesa che sia reso ufficiale il contenuto della perizia medico-legale effettuata sulla salma della donna dopo la riesumazione.

La perizia

Il documento è stato depositato presso la procura della Repubblica di Trieste appena due giorni fa, ovvero dopo ben 13 mesi dalla richiesta effettuata dal pm titolare dell'inchiesta Maddalena Chergia in data 26 gennaio 2024. La testa della vittima, il cui corpo senza vita fu rinvenuto nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico di Trieste, era avvolta da due sacchetti di plastica di tipo alimentare fissati poi al collo da un cordino, mentre il resto del cadavere si trovava in due grandi buste di colore nero, generalmente utilizzate per conferire i rifiuti solidi, una infilata dal capo e l'altra dai piedi.

Tutti questi elementi avevano reso poco credibile fin da subito l'ipotesi del suicidio sostenuta dalla Procura, che chiedeva di archiviare il caso. Fu il gip del tribunale di Trieste, Luigi Dainotti, a smontarla e a indicare l'intestazione del fascicolo ipotizzando il reato di omicidio: da qui la richiesta di riesumare il cadavere di Liliana, operazione effettuata il 13 febbraio 2024. Il risultato del lavoro svolto dai periti "impone una profonda rivalutazione dell'intero procedimento, forse con eventuali nuovi accertamenti e acquisizioni", il cui oggetto "non può, ovviamente, venire reso pubblico", ha dichiarato in un breve comunicato il procuratore facente funzioni di Trieste Federico Frezza.

I dubbi

Emerge con forza ora la tesi del soffocamento per mano di terzi, riportata da Quarto Grado, trasmissione su Rete4 di Gianluigi Nuzzi, e da tempo sostenuta dall'amico della vittima Claudio Sterpin, secondo cui Liliana era pronta a iniziare una nuova vita con lui. "Lilly è stata pestata prima da qualcuno" e successivamente "soffocata probabilmente con un cuscino, bisogna trovare da chi", aveva dichiarato l'uomo. Un cuscino che si sarebbe trovato nella casa in cui la donna viveva col marito Sebastiano Visintin, ma di cui non si ha alcuna traccia. Ovviamente al momento non c'è nulla di concreto, trattandosi solo di ipotesi.

Il risultato della perizia, su cui hanno lavorato l'antropologa forense Cristina Cattaneo, i medici legali Biagio Eugenio Leone e Stefano Tambuzzi e infine l'entomologo Stefano Vanin, dovrebbe chiarire l'ora del decesso nonché l'origine dei segni ritrovati sulla salma, alcuni dei quali sul volto. Le indiscrezioni emerse nelle ultime ore parlano di altre ferite non rilevate in precedenza, tra le quali una piccola frattura alla lamina della seconda vertebra toracica.

Le dichiarazioni del marito

"Attendiamo di poter aver accesso a questo fascicolo e poi ne prenderemo atto", dichiara Sebastiano Visintin, il marito di Liliana, a Storia Italiane esprimendo la propria opinione a seguito della deposizione della perizia in Procura.

"Tutte le persone che hanno ruotato attorno alla vita di Liliana devono essere sentite", chiede l'uomo, "i familiari, i vicini di casa, le persone che ruotano attorno alla vita di Liliana. Chiedo di essere sentito, non ho niente da nascondere. Ma voglio che venga fatto anche sulle altre persone. Tutti devono giustificare determinati atteggiamenti".

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